REDAZIONE VIAREGGIO

Morto nella Gran Fondo, inchiesta sulla sicurezza del percorso

La Procura vuole capire se c’erano le condizioni di sicurezza. A Cisanello l'espianto degli organi

Roberto Silva amava profondamente lo sport e soprattutto la bicicletta

Viareggio, 16 maggio 2019 - Con l’avvenuto decesso di Roberto Silva cambia la prospettiva dell’inchiesta della magistratura riguardo all’incidente stradale che ha causato la morte del ciclista che stava partecipando alla Gran Fondo della Versilia, imprenditore milanese di 53 anni. Il pubblico ministero Giuseppe Amodeo dovrà rimettere insieme i tasselli di un puzzle piuttosto complesso che potrebbe chiamare in causa diversi profili di responsabilità. Il Pm ha in mano la relazione tecnica dei carabinieri che domenica mattina hanno effettuato i rilievi. Da un punto di vista del codice della strada, l’incidente è avvenuto nella corsia di marcia occupato dalla Renault Twingo guidata da una ventunenne di Retignano, ovviamente sotto choc anche per l’esito nefasto che ha avuto l’incidente. In sostanza sono i ciclisti che, scendendo dalla provinciale del Cipollaio hanno invaso la corsia opposta. Ma la situazione è più complessa perché l’incidente è avvenuto all’interno di una corsa ciclista regolarmente autorizzata. E’ ovvio che l’autorizzazione, in sede di comitato di sicurezza in Prefettura era stata rilasciata a condizione che venissero rispettate determinate prescrizioni.

Fra queste ovviamente quella di controllare e quindi blindare tutti gli innesti lungo il tracciato di 125 chilometri. Gli organizzatori hanno utilizzato circa 130 volontari lungo il tracciato. Ma dalle risultanze dei carabinieri non era presidiato quel particolare innesto (una stradina secondaria) che si immetteva sulla provinciale. Stradina dalla quale si era immessa nel circuito la ragazza alla guida della Twingo. Era dunque ignara dello svolgimento di una corsa ciclistica? Non aveva saputo nulla? In effetti era la prima volta che la Gran Fondo passava da questo tracciato scendendo dalla galleria del Cipollaio, ma gli organizzatori assicurano che era stata fatta una capillare informazione paese per paese. Tutti elementi che entrano a far parte dell’inchiesta della Procura che vuole accertare se vi siano state delle specifiche responsabilità per la morte dell’imprenditore milanese.

Paolo Di Grazia