
Gli strali di Avanzini. La società egocentrica bersaglio della satira
In un mondo in cui l’immagine è tutto, o quasi. In una società in cui l’egocentrismo la fa da padrona, in cui tanti, troppi, credono di vivere in un reality show e cercano di vendersi, tramite la televisione, la radio, i giornali, i social, forse ha ragione Alessandro Avanzini: "Nel secolo scorso chi ha saputo fare di se stesso arte pura, chi ha venduto la sua vita come prima nessuno era riuscito a fare, se non Salvador Dalì?".
Salvador Dalì marchese di Púbol, pittore, scultore, scrittore, fotografo, cineasta, sceneggiatore e designer, torna così al Carnevale di Viareggio, a distanza di quasi quarant’anni (nel 1986 Piero Farnocchia realizzò ‘Omaggio a Dalì), grazie a quel Maestro (recordman di successi nel nuovo millennio) di Alessandro Avanzini che presenta ‘Il circo dei sogni’.
"Perché Dalì? Perché il suo volto è universale e sempre lo sarà - dice Avanzini -. Ma non è solo il suo volto a stuzzicarmi, è la sua concezione di vita che mi ha incuriosito. Lo considero un precursore di questa società egocentrica basata sull’apparire. Lui che, con una lungimiranza incredibile, seppe fare di sé un vero performer mischiando lavoro e vita privata".
Icona del surrealismo, si vestiva con abiti sgargianti, andava in giro con un bastone e con un ocelotto (felino dalle dimensioni ridotte e simile a un leopardo) al guinzaglio. Segno distintivo quei baffetti con i riccioli rivolti verso l’alto e poi quei dipinti ‘fluidi’ mai pensati prima. "Fu anche un opportunista - spiega ancora Avanzini - capace di cambiare casacca e idea alla bisogna. Esattamente come questa società. Per me lui captava il futuro".
Avanzini ha voluto rappresentare il suo indimenticabile volto (6 metri di lunghezza) al centro della costruzione, con una vistosa gorgiera attorno al collo. Dietro una cornice dorata (8 metri per 10) che si muoverà seguendo il movimento della testa. "Ho voluto riproporre una gorgiera seicentesca - dice - perché Dalì amava terribilmente il pittore Velasquez che segnò indelebilmente il quindicesimo secolo".
Di fianco al faccione del pittore un albero di 7 metri "a indicare la persistenza del tempo". Nella parte retrostante del carro una scenografia emozionante: uno scenario notturno, con tanti occhi, che si muoveranno su una base viola. "Un’idea presa dal film ‘Io ti salverò’ e che Dalì disegnò appositamente per Alfred Hitchcock". Spettacolo sul carro con tre coreografie studiate da Chiara Cinquini, ma anche per terra con le 90 maschere che non potranno passare inosservate. "Loro stesse saranno opere d’arte surrealiste - assicura Avanzini -. Le donne ‘Trottoline’ indosseranno una gonna colorata dal raggio di 1 metro e 65 centimetri, gli uomini ‘Occhi’ saranno coperti da un grande occhio, mentre i bambini indosseranno un cono di stoffa". Fanno parte della squadra Avanzini: Riccardo Baldi, Stefano Giovannetti, Fabio Pardini, Ettore Avanzini e Francesco Tarquini.
Sergio Iacopetti