di Enrico Salvadori
Fu un laboratorio sperimentale e geniale. Del resto era la prima volta che veniva diffuso dalla Rai un format realizzato all’esterno degli studi di quelli che allora si chiamavano centro di produzione. E fu scelto il tendone di Bussoladomani che Sergio Bernardini aveva ideato e portato al successo. “Blitz” fu questo e tanto altro, un contenitore che rivaleggiava con “Domenica In”, storico programma di punta della della rete ammiraglia.
“Blitz” era l’intrattenimento domenicale su una Rai2 che era più fuori dagli schemi e meno impaludata di quello che una volta si chiamava primo canale. Il format era farina del sacco di Giovanni Minoli che capeggiava la squadra di autori composta da Aldo Bruno e Gianni Minà. E c’era naturalmente lo zampino di Sergio che con Gianni Minà aveva un rapporto di amicizia vero e sincero.
Si parte nel 1981 e questo programma, molto seguito, durerà fino al 1984 finendo, come vedremo, in un modo che non meritava. In conduzione Gianni Minà era affiancato da una giovane e scintillante Milly Carlucci che poi venne sostituita da Carla Urban. La lunga diretta pomeridiana iniziava alle 14 e arrivava sino all’ora di cena. Un lungo contenitore, con ogni settimana un personaggio famoso che si raccontava. Si affrontavano i temi più disparati, dalla musica allo sport. Fino al sociale e all’attualità.
La Carlucci non era ancora una signora della conduzione ma una showgirl e interpretava anche la sigla. Gli spazi comici erano affidati ai Gufi, lo storico gruppo cabarettistico nato al Derby di Milano e composto da Gianni Magni, Nanni Svampa e Lino Patruno. Vi erano poi varie rubriche tra cui il “Sistemone” legato alla compilazione della schedina Totocalcio che al sabato rappresentava un’anteprima del programma e anche la rubrica ‘A chi tocca’ affidata alla giornalista Stella Pende.
A “Blitz” parteciparono tanti big italiani ma anche stranieri. Ne citiamo alcuni. Tra gli stranieri Robert De Niro, Jane Fonda, Leo Ferrè, Gabriel Garcia Marquez, Mohamed Alì, Amanda Lear. Tra gli italiani Renzo Arbore, Loredana Bertè, Edoardo Bennato, Beppe Grillo, Renato Zero, Domenico Modugno, Gina Lollobrigida (immortalati dal fotoreporter Colombo) e tanti altri. “Blitz” anticipò nei contenuti quella che è la Tv attuale: personaggi che si raccontano, musica, comicità ma anche momenti di riflessione legati ai problemi di attualità e di cronaca. Alti gli indici di ascolto nonostante la concorrenza. Ma d’altra parte Rai2 è stata sempre innovativa anche in una fascia molto delicata come quella del pomeriggio di festa e basta ricordare il successo de “L’altra domenica” che portò tutta l’Italia a conoscere Roberto Benigni.
Peccato che dopo tre anni l’esperienza di “Blitz” si chiuse in modo traumatico. Nella puntata del 22 gennaio 1984, intervistato da Stella Pende, l’attore Leopoldo Mastelloni si lasciò andare in modo inconsulto proprio da Bussoladomani. Iniziò con una sequela di parolacce che culminò con una bestemmia in diretta. All’epoca alla Rai non si scherzava. La rubrica venne sospesa e sia Mastelloni che la Pende vennero allontanati dalla Rai per alcuni anni. Il programma rimase in palinsesto sino al termine della stagione Tv 1983-84 ma poi sparì. Era iniziato il declino anche del tendone nato dal genio di Bernardini.