
di Giovanni
Lorenzini
Giovambattista Crisci è stato un pezzo di storia di Viareggio e della Versilia. Un vero pezzo da novanta. Per anni e anni, ha infatti indossato i panni della “memoria” del commissariato di polizia, un esempio per i colleghi più giovani ("sempre il primo ad arrivare, l’ultimo ad andare via" hanno raccontato i suoi superiori): nomi, dati, circostanze, addirittura profumi. Tutto veniva immagazzinato nella sua prodigiosa memoria. Fu lui, la sera del 31 gennaio 1969, a raccogliere dal padre Armando, la denuncia della scomparsa di Ermanno Lavorini. È stato lui a risolvere casi delicati di nera (come nel gennaio 1992 il delitto di Montramito, il giovane militare delle Fiamme Gialle colpito a morte da un colpo sparato a caso da un minorenne). stato con determinazione in prima linea nella guerra (1988-1991) fra le bande, sei morti e diversi feriti, guidate da Carmelo Musumeci e Ludovico Tancredi. La città la conosceva come le sue mani. E pensare che Viareggio l’aveva scoperta casualmente nel viaggio – in 500 – da Roma a Genova, per il primo incarico da brigadiere. "Dalla Bretella, mi apparve una visione: sembrava il Paradiso terrestre". Un amore a prima vista. Ma nella vita di Crisci c’è una data spartiacque – il 22 ottobre 1975 – che ha poi condizionato la sua esistenza quotidiana: all’alba di quel giorno maledetto in un’operazione di polizia a Montiscendi, zona di confine fra i comuni di Pietrasanta e Seravezza, che all’apparenza non avrebbe dovuto nascondere trappole, persero la vita il brigadiere Gianni Mussi e gli appuntati Giuseppe Lombardi e Armando Femiano. Crisci rimase gravemente ferito. A sparare, due delinquenti comuni ricercati per rapina, poi proclamatisi prigionieri politici, mossa che in seguito – per la legge Gozzini – produrrà uno sconto di pena.
A Crisci, ferito gravemente da una sventagliata di mitra, venne anche esploso un colpo di grazia a bruciapelo, ma la placca di riconoscimento che aveva nel taschino deviò il proiettile... In ospedale Crisci lottò per giorni e giorni contro la morte. Al suo capezzale arrivò, per un consulto, anche il medico particolare del Papa, il professor Paride Stefanini. "Mi avevano dato per spacciato, una volta nel dormiveglia sentì un medico che manifestava il suo pessimismo sulle mie condizioni di salute. Ma avevo troppo voglia di riabbracciare mia moglie e miei figli" ha ricordato nel suo libro di memorie Un’alba vigliacca La strade di Querceta Il sopravvissuto racconta. Il dopo 25 ottobre 1975, per Giovambattista Crisci, è stata una missione: onorare in ogni modo, giorno dopo giorno, la memoria dei suoi colleghi, più sfortunati di lui. E con questo chiodo fisso, ha dato corpo e sostanza al meeting internazionale di nuoto “Mussi Lombardi Femiano: la prima edizione, l’unica senza la firma di Crisci, si svolse nel febbraio 1976, quando l’ispettore di polizia era ancora in ospedale, per iniziativa dei club natatori locali. Poi il meeting è stato una creatura che Crisci ha plasmato come uno scultore ispirato dell’arte ellenica: l’ha modellato e rimodellato, cercando sempre il meglio. Basta scorrere l’albo d’oro della manifestazione – giunta all’edizione numero 43 nel 2019 e poi ‘stoppata’ dalla pandemia e dalla prematura scomparsa di Crisci nel febbraio 2021 – per rendersi conto di quando il “Mussi Lombardi Femiano” abbia dato allo sport nazionale e internazionale. Senza dimenticare, il ritorno di immagine e di presenze in bassa stagione per Viareggio, che prima ha applaudito e poi con il passare degli anni ha cominciato a fare orecchi da mercante. La piscina comunale di Viareggio (dedicata dal 2005 a Gianni Mussi, Giuseppe Lombardi e Armando Femiano: poi nel 2017 è finita all’asta, ma questo è un altro discorso...) è stata una delle predilette da Federica Pellegrini (nella foto con Crisci) dove 20 anni fa, non ancora sedicenne (15 anni e 8 mesi) realizzò il suo primo record Assoluto sui 100 stile libero. Poteva bastare. Ma Crisci, fino a quando è rimasto in vita, si è speso, anima e corpo, per coltivare la memoria di quell’episodio nell’ottica della legalità e del rispetto delle istituzioni coinvolgendo le scuole versiliesi. Missione compiuta. Peccato che dopo la sua scomparsa, il patrimonio di iniziative sia stato congelato. E su questo aspetto, potrebbe essere l’occasione buona per far scoccare una scintilla... Vedremo.