
Viareggio, 20 febbraio 2024 – A Franz sarebbe piaciuto così. Niente di troppo formale o studiato, ma tanto sincero. Quest’ultimo saluto – nella sala del Consiglio della Croce Verde, piena al punto che per entrare c’èra “da mettersi in fila“, come avrebbe proprio detto lui – è stato come un bel fine serata di primavera al bar Irene. C’erano tutti gli amici di una vita; e quelli che per mille ragioni non sono riusciti a passare avrebbero fatto carte false pur di esserci. C’erano le canzoni, solo vecchie canzoni. Di Loretta Goggi, di Alan Sorrenti, di Enzo Jannacci... C’era chi, quelle canzoni, le ha cantate per lui. C’erano tanti sorrisi, uno per ogni ricordo che è saltato fuori; tra le lacrime, per il vuoto che lascia un amico, vero, che se ne va. E c’era Antonia, sua sorella, forte come una roccia.
Così Viareggio, ieri, con una cerimonia anticonvenzionale, ha detto addio a Francesco Latini, scomparso a 48 anni a causa di un malore. Storico barista del bar Irene, ma molto di più. Un ragazzone che è stato capace di costruire intorno a sè un immensa rete di amore. "Più di quanto Franz stesso, forse, avrebbe immaginato" è il pensiero comune.
E quell’amore si è sentito. Si è respirato nella sala della Croce Verde, troppo piccola per accoglierlo tutto. Èd tracimato quando gli amici si sono abbracciati intorno al feretro – sui cui sono stati lasciati decine di messaggi, colorando con po’ di follia anche il rigore di quel legno – per cantare ancora una volta, e non sarà l’ultima, quella “Maledetta primavara“ che Franz amava stonare. Con quella domanda, nell’inciso, che resta aperta: “Che fretta c’era...“.
C’erano le bandiere del Carnevale, del Carnevaldarsena, dei Burlamatti... C’era un esercito di pinguini, che Franz amava, collezionava, e regalava a tutti per le feste. C’erano anche i fiori, quelli spontanei raccolti dai giardini. E anche una coppa da Martini, posata sulla bara. È mancata sola una frase, quella che poteva venire in mente solo e soltanto a Franz. Quella av rebbe sicuramente suscitato una risata, per scacciare via un po’ di quella tristezza destinata a restare a lungo. "Perché Franz aveva questo dono naturale, sapeva regalare attimi di felicità. Sapeva esserci per tutti, nei momenti belli e in quelli difficili. Sapeva farsi sentire, e non solo per quella voce così forte. Ma con una presenza concreta". Questo, come lo ricordano, era Franz Latini.