Ferito nella sparatoria a Pescara

Luca Cavallito, figlio dell’asso delle Zebre Dario, ricoverato in serie condizioni. C’è anche una vittima

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Una mano ferma che prende la mira ed esplode sei colpi in rapida successione dentro un bar. Un uomo, Walter Albi, 66 anni, che cade a terra esanime. E un altro, Luca Cavallito, 48 anni, che resta gravemente ferito. E proprio il ferito della sparatoria di due giorni fa a Pescara è viareggino di nascita: era il 1974 e papà Dario incantava i tifosi con la maglia del Viareggio. I bianconeri lo avevano strappato agli arcirivali della Lucchese in tempo per la stagione ’71’72... e in men che non si dica era stato fatto il botto con gli abbonamenti. Di ’tradimenti’, l’estroso Dario Cavallito se ne intendeva. Quando era ragazzino, a Torino, il padre aveva un ristorante all’interno dello stadio Filadelfia: sì, proprio quello, il teatro delle imprese del Grande Torino. E lui, da calciatore in erba, dove ha fatto le giovanili? Esatto: alla Juventus.

Fatto sta che nel ’74, poco prima di lasciare il Viareggio e accasarsi al Prato, Dario ha avuto il figlio Luca. Anche lui ha un passato da calciatore, ma più che la passione per il pallone, nella sua vita si segnalano momenti tribolati. Oggi è un uomo alle porte dei 50 anni con precedenti penali, e gli inquirenti stanno vagliando il suo passato e il suo giro d’affari, oltre a quelli dell’altra vittima della sparatoria, per provare a dare un volto alla mano che ha premuto il grilletto. L’esecuzione, stando a una prima ricostruzione, sarebbe avvenuta in stile mafioso. Cavallito è ancora ricoverato in terapia intensiva, dopo aver subìto due operazioni che sono andate avanti fino alle prime luci dell’alba di ieri. E ancora lotta tra la vita e la morte.

RedViar