DANIELE MASSEGLIA
Cronaca

Ex miniere, l’amianto viene rimosso. Disposta la bonifica a Rezzaio

Il Comune ha assegnato l’incarico. Ma il comitato insorge: "Troppi ritardi, preoccupati per i nostri pozzi"

Ex miniere, l’amianto viene rimosso. Disposta la bonifica a Rezzaio

Da una parte l’amianto e il percolato che verranno rimossi per sempre dalle ex miniere di Rezzaio, dall’altra il comitato cittadino allarmato per l’ennesima volta dal torrente Baccatoio colorato di rosso tanto da temere rischi per i pozzi che alimentano i giardini privati. Quando si parla di ambiente, Valdicastello conferma di essere ancora una zona “rossa“ da ormai un decennio, ossia dall’emergenza tallio scoppiata nell’ottobre 2014 e i cui strascichi sono tutt’altro che conclusi. Lo smaltimento di rifiuti speciali solidi e liquidi a cui sta mettendo mano il Comune rientra come detto nei lavori di bonifica delle ex miniere Edem, con l’ente che giorni fa ha assegnato l’intervento alla ditta “Biagi Nicola“.

I lavori, da 33mila euro, consistono nella bonifica da materiale contenente amianto rinvenuto nel piazzale superiore dell’area mineraria a Rezzaio e nello smaltimento di rifiuti liquidi contenuti in una cisterna posizionata invece nel piazzale inferiore. Interventi che fanno parte di un più ampio progetto che il Comune ha annunciato a fine febbraio con tanto di 2,5 milioni di fondi attraverso il Pnrr. Ma il Comitato tallio Valdicastello non ci sta. "L’annuncio potrebbe sollecitare moti di entusiasmo da parte dei nostri concittadini – scrivono – sia per l’entità ragguardevole degli importi a disposizione sia per le tempistiche e l’ultimazione prevista per giugno 2025. Troppe volte sono stati promessi interventi anche per risolvere piccole problematiche, vedi l’acqua per irrigare orti e giardini nella parte alta di Valdicastello, quasi mai risolte. Troppe situazioni lasciate incomplete: basta affacciarsi sul piazzale di Rezzaio per scorgere in bella mostra i sacchi bianchi contenenti i residui delle lavorazioni a suo tempo presenti nel grosso silos demolito e che, se non andiamo errati, avrebbero dovuto essere conferiti in discarica entro Natale 2022. Se a distanza di oltre 13 anni si continua ancora a parlare di bonifica significa che l’intero sito sconta ancora una grave situazione di contaminazione da metalli pesanti".

Quindi il caso Baccatoio: "Il torrente in parte è alimentato dalle acque contaminate da tallio, arsenico, mercurio, ferro e altri minerali pesanti che provengono dalle gallerie minerarie, e va a sfociare in mare. Il torrente, nel suo scorrimento, rischia di contaminare i pozzi usati per irrigare campi e colture agricole. E cos’è stato fatto per tutto questo? Possibile, infine, che si porti in giunta un progetto di bonifica così importante senza un confronto con gli abitanti?".