
"Bruciati i miei diritti...è proprio il caso di dire ironicamente che sono passato dalle ’padelle’ alla brace". Cerca di alleggerire la tensione Giacomo Canale, 43 anni, lo chef viareggino che ha intentato causa di lavoro nei confronti del vice presidente Mediaset Pier Silvio Berlusconi, reclamando ben 700 mila euro di retribuzioni non versate per gli anni in cui ha prestato servizio sia a bordo dello yacht ’Suegno’ del figlio del Cavaliere, che nella sua abitazione al castello di Paraggi a Portofino. Canale è decisamente finito al centro dell’attenzione mediatica, tanto che ieri, appena diffusa la notizia da La Nazione in seguito alla fissazione dell’udienza al tribunale di Genova il 16 marzo 2021, è stato contattato da ex colleghi di lavoro che si trovano in ogni parte del mondo, da Cipro a Beirut. E sarà il giudice a fare chiarezza sui rapporti intercorsi, ascoltando i tanti testimoni coinvolti: dai marinai alle hostess, dal giardiniere al tuttofare fino ai body guard che del 2010 al 2018 hanno lavorato con Canale alla corte della famiglia Berlusconi. Un rapporto di lavoro nato per un caso, che poi ha trasformato Canale, a detta del suo legale avvocato Claudio Lalli, in un vero "uomo di fiducia" per il figlio del Cavaliere. Ma sempre a detta dell’avvocato il ruolo da cuoco sarebbe stato supportato da contratti presumibilmente lontani da tali mansioni: falegname di cantiere, marinaio sullo yacht, fino a operaio addetto agli allestimenti.
Il cuoco viareggino aveva appena 17 anni quando fu reclutato in emergenza da Silvio Berlusconi a seguire la cucina sul ’Principessa vai via’, dato che il cuoco di bordo aveva avuto un infortunio. A fine marzo 2007 ecco la nuova chiamata, stavolta per lo yacht ’Suegno’ del figlio Pier Silvio "che ricordava positivamente le capacità lavorative del ricorrente nel corso del lavoro con il padre, tanto da farlo contattare per proporre il medesimo ruolo di cuoco sull’imbarcazione". Canale diventa l’unico chef di bordo, ininterrottamente fino al 2010, stringendo un rapporto così fiduciario con il proprio datore di lavoro da prestare servizio successivamente, dal 2010 al 2018, in modo costante e pressochè assoluto nel castello di Paraggi dove Berlusconi jr viveva con la moglie Silvia Toffanin e i figli.
"Il mio assistito – sostiene l’avvocato Lalli – non solo doveva procedere alla cottura e preparazione dei cibi ma anche occuparsi dell’approvvigionamento. Tutto per il nucleo familiare che consumava il pasto alle 15 e la cena alle 22,30 ma anche per i bambini e le 3 baby sitter e, talvolta, per i genitori della signora Toffanin, per la scorta e il personale al castello". Il 29 ottobre 2018 il licenziamento, impugnato dal cuoco viareggino che rivendica il pagamento degli extra e quei contratti che non avrebbero contemplato le sue effettive mansioni ("addirittura la posizione di addetto all’allestimento di una barca in costruzione – prosegue l’avvocato – coincide temporalmente con i servizi fotografici in cui l’armatore viene immortalato a bordo dello yacht in navigazione").
Francesca Navari