DANIELE MASSEGLIA
Cronaca

Esultano gli abitanti delle Pioppete. Non sorgerà nessun capannone

Scaduti i termini della variante, l’annuncio in commissione urbanistica. Giovannetti: "Persa un’occasione"

L’oasi naturale delle Pioppete è incastonata tra l’Aurelia, via Brenta e via Adda

L’oasi naturale delle Pioppete è incastonata tra l’Aurelia, via Brenta e via Adda

La corsa al fotofinish, in questo caso, è di quelle che non hanno consentito di raggiungere il traguardo in tempo. I corridori della situazione sono le due aziende proprietarie di un grosso terreno alle Pioppete e intenzionate a realizzare capannoni a destinazione industriale, artigianale e commerciale per quasi 18mila metri quadri. Ma la corsa, per loro, è finita male: la variante urbanistica approvata nel 2019, in base alla quale i privati avevano presentato il piano attuativo, è scaduta il 16 settembre, e questo significa che il 9 ottobre, alla scadenza dei termini per le osservazioni, il piano decadrà in automatico. Pertanto le osservazioni non saranno nemmeno controdedotte e non ci sarà nessuna Conferenza paesaggistica regionale: la giunta archivierà la pratica con una delibera.

La fine dei sogni edificatori delle due aziende è stata annunciata venerdì in commissione urbanistica, aprendo così tre scenari. Il primo, immediato, riguarda il Comitato cittadino che da sei anni lotta per salvare le Pioppete dal cemento. Gli abitanti presenteranno lo stesso le loro osservazioni per lasciarle a verbale, ma prima di esultare in maniera ufficiale e liberatoria aspetteranno il 9 ottobre. Il secondo scenario riguarda le due aziende, che fino all’ultimo hanno provato a ottenere una deroga al 16 settembre ma senza riuscirci. Il loro piano attuativo era legato a una variante all’ex regolamento urbanistico del 2014, ma se volessero tornare alla carica con un nuovo progetto dovrano fare i conti con il nuovo Piano operativo del 2023. Lo strumento non consente più le stesse edificazioni approvate nel 2019, anche per effetto del ridimensionamento imposto da Regione e Soprintendenza che spazia dal perimetro del territorio boschivo fino ai vincoli. L’ultima spiaggia, per loro, sarà presentare un nuovo progetto sperando venga approvata un’apposita variante urbanistica.

Il terzo scenario, infine, vede il sindaco Alberto Giovannetti rammaricarsi per l’esito della vicenda, con una simbolica tirata d’orecchie alle due aziende. "Dispiace – dice – perché era l’occasione per mettere in sicurezza l’area a livello idraulico. I privati hanno avuto 5 anni per presentare il piano, ma sono arrivati troppo in fondo, muovendosi tardi: la responsabilità non è del Comune, ma loro. Noi per serietà e correttezza ci abbiamo creduto e siamo andati avanti approvando in giunta il loro piano. Tocca a loro, se lo vorranno, ripartire da zero e fare una variante per andare al tavolo con la Regione e vedere come superare questa situazione".