REDAZIONE VIAREGGIO

Elio Tofanelli L’Avvocato con la passione del Carnevale

Questi erano i suoi giorni. I giorni di Carnevale. I corsi mascherati, le sfilate dei carri, i viali a mare invasi di gente, la città riempita da migliaia di turisti. Li viveva con il sorriso stampato sul volto, con l’immancabile papillon che - nel segno di Burlamacco - diventava sempre più grosso, in formato maxi, per disegnare un quadretto di gioiosa partecipazione all’evento. L’avvocato Elio Tofanelli (mancato ai suoi cari nel dicembre 2016) è stato uno dei presidenti più amati della Fondazione Carnevale: viveva i corsi con uno slancio e una forza propulsiva che veniva dal basso, da una passione nata e consolidata in una famiglia viareggina di carnevalari convinti. Al vertice della Fondazione Carnevale, Elio Tofanelli c’era arrivato nel 1998 non solo sotto la spinta della politica (la maggioranza di centrosinistra) ma anche perché gli veniva riconosciuta un’indiscutibile conoscenza del mondo di Burlamacco. Nel suo Dna c’erano tracce di cartapesta e coriandoli. C’erano soprattutto le idee che avrebbe contribuito a far vivere al Carnevale un decennio importante, caratterizzato dall’inaugurazione della Cittadella. Aveva lui in mano lo scettro di Re Carnevale con cui cercò di garantire alla città corsi indimenticabili. In più Elio Tofanelli aveva stretto un accordo... con Giove Pluvio: in occasione delle sfilate, con l’arte oratoria che lo caratterizzava, chiedeva (e otteneva) una tregua meteo che veniva rispettata, garantendo quasi sempre giornate più primaverili che invernali. Morale: pienoni indimenticabili. E tanti sorrisi.E mani che si sfregano come quando i conti tornano. Quando uscì di scena dopo un decennio (d’oro? d’argento? di bronzo?: tulle le opinioni sono rispettabili), Elio Tofanelli incassò il colpo con una smorfia. Ma capì che erano le regole del gioco. Il centrosinistra era stato bocciato alle elezioni amministrative. Il vento era cambiato. Rimase comunque vicino al Carnevale. Non poteva fare diversamente. Rimase parte attiva della città, impegnato su più fronti. D’altronde un personaggio poliedrico come lui, non poteva rimanere con le mani in mano. Al lavoro di avvocato, aveva abbinato la passione per la politica e lo sport. Memorabile l’accoppiata con il suo collega Ruggero Romani alla guida della società Dukla (che portava il nome del club dell’allora Cecoslovacchia, protagonista alla Coppa Carnevale), profondi conoscitori del regolamento e sempre pronti a trovare nel bandolo della matassa di una partita una stortura o un errore anche del direttore di gara, tanto da richiedere (e ottenere: carta canta...) la ripetizione nel caso di sconfitta. Era l’incubo dei giovani fischietti e anche dei dirigenti della Figc. Ma dietro questa puntigliosa ricerca del ‘caso, c’era la passione per la vita e per la città. A cominciare dal Carnevale. E proprio per questo Elio Tofanelli, con il suo papillon, è rimasto indimenticabile. Una foto che genera sorrisi e piacevoli ricordi.