
Per quattro anni e mezzo, a cavallo della fine degli ‘80 e ’90, il paese di Massaciuccoli è stato il nervo scoperto della politica versiliese e provinciale. Sì, perché nell’area di Cava Niquila - comune di Lucca, ma proprio sul confine con quello di Massarosa - il piano provinciale dei rifiuti aveva individuato una discarica. Apriti cielo. Il bello della vicenda è che il ‘capo’ della rivolta era il battagliero parroco di Massaciuccoli, don Jacopo Pasquini, precursore di quei sacerdoti - che in un altro contesto molto più complesso, difficile e pericoloso - sono scesi in piazza nel nuovo secolo nella “Terra dei Fuochi”, in Campania. Per Don Jacopo arrivò la prima etichetta di “parroco ambientalista”. E ogni volta che poteva, o dal pulpito della chiesa, ma anche nelle roventi assemblee pubbliche nel centro civico non le mandava a dire a quei politici che avevano deciso “di rovinare l’ambiente e la vita di Massaciuccoli” per “la scellerata decisione di aprire una discarica a Niquila”, in un’area dove - come certificò il geologo Renzo Zia, a lungo presidente nazionale dell’Ordine - “c’era anche una preziosa sorgente di acqua”. Insomma, una discarica contigua al Parco Massaciuccoli non la voleva. E Don Jacopo scese in piazza, partecipando anche alle manifestazioni di fronte all’ingresso della cava che venne presidiata per oltre un anno, a turno, da tutti gli abitanti del paese. Non mancarono anche scintille, con tanto di intervento dei carabinieri e identificazione di molte persone (fra i quali anche cronisti e fotografi) che avevano seguito una movimentata scena di fronte all’ingresso, quando qualche camion provò a forzare la parete umana. “E’ una battaglia per la nostra salute e anche a difesa dell’ambiente” era in sintesi il manifesto della protesta, condiviso da don Jacopo. Il paese con il suo parroco-ambientalista rimase sulla barricate per diverso tempo, rifiutando - le tessere vennero rispedite al mittente - anche di partecipare ad una tornata elettorale per le politiche, se prima la Provincia non avesse cancellato “senza ombra di dubbio” il sito di Cava Niquila nel piano di smaltimento dei rifiuti. Dopo un lungo tira e molla, alla fine dei salmi, Massaciuccoli vinse la sua battaglia. E pure Don Jacopo.