DANIELE MANNOCCHI
Cronaca

Disabile a rischio sfratto: "Ero in graduatoria per l’alloggio popolare, ma mi hanno retrocesso"

L’uomo ha 67 anni e i referti medici ne certificano la condizione "grave". Con l’aggiornamento della domanda è scivolato nelle ultime posizioni. "Mi hanno tolto punti anche se sono malato: da anni chiedo il motivo"

L'anziano sarà presto fuori casa (foto repertorio)
L'anziano sarà presto fuori casa (foto repertorio)

Viareggio, 15 settembre 2023 – Ha 67 anni, cammina con una stampella, respira a fatica. E martedì sarà sfrattato dalla casa in cui vive da nove anni, senza alcuna prospettiva. O meglio, con la scelta obbligata, se vuole evitare di finire in mezzo a una strada, di essere messo in una Rsa. Protagonista della vicenda è un cittadino italiano di origine egiziana. Dopo un passato ricco di soddisfazioni personali e lavorative – è stato un discreto atleta e ha gestito per anni un ristorante – le sue condizioni di salute gli hanno precluso qualsiasi occupazione. Ha un certificato medico che ne attesta la "disabilità grave".

Nel 2014 ha firmato un contratto d’affitto per un appartamentino a pochi passi al centro: tutto regolare, quattro più quattro. Nel frattempo, però, i canoni di locazione sono lievitati, i proprietari di casa sono cambiati e oggi, a ridosso della scadenza, quel vecchio contratto è fuori mercato. Ma l’uomo, che vive con una pensione di disabilità e il reddito di cittadinanza, non può permettersi di sostenere un affitto alle tariffe attuali.

Non si tratta di un fulmine a ciel sereno: l’uomo lo sapeva e ha provato ad attrezzarsi facendo domanda per una casa popolare, poi rinnovata nel 2019 "L’ultima domanda non l’ho compilata io – racconta – ma l’amministratore di sostegno che avevo all’epoca". Per motivi ancora da chiarire, e per i quali il disabile ha fatto richiesta formale di accesso agli atti, con l’inoltro della nuova domanda la sua posizione in graduatoria è precipitata: dal 77esimo posto, con 11 punti, al 200esimo e passa, con appena 6 punti. E sul crollo delle sue possibilità di accedere a una casa popolare aleggiano dei punti di domanda. "Nessuno mi ha mai spiegato per quale motivo, dal momento che i miei problemi di salute non sono cambiati e sono certificati nero su bianco, abbia perso dei titoli per l’ottenimento dell’alloggio – spiega –; l’ho chiesto agli amministratori di sostegno, alle assistenti sociali, ma nessuno mi ha saputo rispondere".

La situazione si è trascinata senza trovare una soluzione, finché a maggio l’uomo ha saputo che sarebbe stato sfrattato. I primi tre accessi sono arrivati a fine maggio, alla metà di giugno e a luglio. E per martedì prossimo è fissato il quarto, definitivo, che lascerà il disabile senza un tetto sopra la testa. Le assistenti sociali con cui si è confrontato gli hanno prospettato la possibilità di andare in Rsa. "L’ho presa come un’offesa nei miei confronti – racconta ancora –; inoltre, nei giorni scorsi il mio medico ha rigettato la richiesta certificando che il mio è un problema sociale, non sanitario". Il 67enne, nonostante le difficoltà, è ancora autosufficiente. Si sposta, seppure a fatica. "L’unica cosa che mi serve è un tetto sopra la testa. Se in graduatoria avessi ancora 11 punti, ne avrei diritto. E allora voglio sapere perché sono stato retrocesso. Non ce la faccio più a vivere così: l’ansia non mi fa dormire la notte, mi manca il respiro. E ho paura che se verrò sfrattato, perderò la residenza. Ho avuto un ristorante per 16 anni, ho fatto il rappresentante all’estero nel settore del marmo. Non sono un delinquente, sono soltanto una persona che vive con una disabilità. E da tempo, mi sembra che invece di aiutarmi stiano cercando di abbattermi".