Da 5 anni in su, ecco il popolo di Lorenzo

Esplosione di colori, musica e grida tra i fans del cantante che da decenni è sulla cresta dell’onda e cattura una generazione dopo l’altra

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di Daniele Mannocchi

"Chiedi chi era Jovanotti". Senza rischiare di passare per profani, va detto che ieri è successo anche questo. Il ragazzino che cammina sul viale dei Tigli è ancora un bimbo, eppure è già piuttosto sveglio. "Ma se ha più di 50 anni, come mai mi avete detto che è un cantante dei vostri tempi?", chiede a mamma e papà, che a occhio e croce veleggiano nel mezzo del cammin di loro vite.

La forza di Lorenzo è anche qui: nell’aver saputo surfare il successo per decenni, sempre sulla cresta dell’onda, toccando le corde giuste e intercettando i gusti di una generazione dietro l’altra. La compagine eterogenea e senza età dei suoi fan si è materializzata ieri nella varietà di profili umani che, lentamente ma inesorabilmente, hanno iniziato a risalire la Darsena fin dalle prime ore del mattino: sciami di ragazzini appena scesi dal treno, armati di canotte, sneakers, calzini di spugna, occhiali da sole e trecce; gruppi di giovani amici, a volte con i primi cuccioli d’uomo comparsi nel branco; tante famiglie con bambini; e pure diversi personaggi di mezza età che, fatti due conti, hanno optato per qualche giorno di inusuali ferie settembrine.

Mentre la marea umana risale la corrente, Jovanotti è affacciato al balcone dell’hotel. Se la pioggia notturna lo ha messo sul chi vive, con le prime luci del sole la tensione si scioglie alla vista del sole che inizia a fare capolino. "Si sta aprendo – sorride estatico di fronte a una tazza di mate –, Viareggio, oggi e domani si balla". Ieri, sicuramente. Oggi, forse: la protezione civile regionale ha emesso un’allerta meteo di codice giallo per pioggia e temporali sulla Toscana occidentale - precisi precisi - per tutta la giornata di oggi. Anche se, con un po’ di fortuna, i rovesci potrebbero concentrarsi nella mattinata, e lasciare spazio al divertimento nel pomeriggio.

Divertimento che ieri è esploso al Muraglione, in una sorta di flashback del secondo Jova Beach, quello della fine di agosto di tre anni fa: stessa luce, stessa folla immensa, 40mila persone, stesso brivido nel villaggio del Jova Party. Un’invasione pacifica, colorata e allegra, che ha fatto esultare il senatore Andrea Marcucci, solerte nel puntualizzare che "i concerti portano persone, che conoscono e magari apprezzano le nostre realtà, portano turismo, contribuiscono all’economia di un territorio".

Come tre anni fa, tutto è filato liscio. La carica dei 40mila è stata regimata ai checkpoint, e la mole dei trasporti privati è stata indirizzata in modo da non turbare il traffico cittadino. Certo, qualche ingolfamento c’è stato, ma nel complesso le navette hanno fatto il loro dovere.

E quando il sole ha iniziato a rimbalzare dallo Zenit, scivolando caldo e quieto verso ponente, nell’area del Jova Party si è scatenata la bolgia. Internazionale e zingaresca, con voci, artisti e sonorità diametralmente diversi ad alternarsi sui tre palchi allestiti al centro del villaggio. Una commistione di generi e culture sintetizzata in modo magistrale dalla mise piratesca di Lorenzo, che dopo aver fatto gli onori di casa ha ceduto i riflettori ai suoi tanti ospiti. Per poi riprendersi la scena al tramonto, di fronte a una platea che ha ritrovato energia nelle emozioni del main event. Jovanotti li ha arringati, coccolati, spronati. Ha avuto parole di miele per i fan e per la città che è tornata a ospitarlo. Ha riadattato il suo tormentone estivo per dichiarare "I love Viareggio". E in cambio ha ricevuto il ruggito, il trasporto e le vibrazioni dell’orda barbarica ma non barbara, ’civilizzata’ per tutto il giorno dai continui richiami alla sensibilità ambientale e alla necessità di costruire un futuro sostenibile. Oggi si replica: stesso posto, stessa ora. Per sfoderare un altro asso dalla manica: e sarebbe il quarto. Poker.