BEPPE NELLI
Cronaca

Otto tappezzerie unite per le mascherine, "ne facciamo mille al giorno"

Le tappezzerie che operano per i cantieri si sono messe a cucire le protezioni in Tnt per l’Ospedale Versilia e i volontari delle ambulanze

Un’addetta della tappezzeria Martinelli cuce le mascherine come stanno facendo altre sette

Viareggio, 17 marzo 2020 - Dai divani per i mega yacht alle mascherine per l’emergenza Coronavirus il salto è stato rapidissimo. Otto tappezzerie di Viareggio e dintorni si sono riciclate e in quattro e quattr’otto hanno cominciato a cucire protezioni per bocca e nado da destinare ai sanitari dell’Ospedale Versilia e ai volontari di Misercordie e Pubbliche assistenze. Perché, col conforto dei medici, hanno scoperto che il tessuto plastico Tnt usato per fodere e altro, va benissimo anche per le mascherine sanitarie. Perfino il Tnt nero: con i partner europei che con la consueta generosità avevano bloccato gli stock di mascherine comprate dall’Italia, vanno benissimo anche quelle nere.

La mobilitazione dei tappezzieri e delle loro cucitrici è organizzata dall’imprenditore Luca Martinelli, fino a pochi giorni fa impegnato con i preziosi arredi navali, e ora diventato "fornitore sanitario". Martinelli vorrebbe restarsene nell’anonimato, poi si decide a parlare ma mette subito le mani avanti: "Chiedo ai privati, a aziende e uffici, di non chiederci le mascherine. In questo momento le facciamo solo per l’ospedale e le associazioni di volontariato il cui personale è più esposto ai rischi. Prego tutti di non telefonare e non venire in azienda a chiederci le mascherine".

Alla base di tutto c’è il Tnt, sigla che indica anche un esplosivo, il tri-nitro-toluene, ma in questo caso altro non è che il "tessuto non tessuto", fatto con un ordito intrecciato di fili che si adatta alle necessità di medici e infermieri. "Il Tnt che usiamo in tappezzeria – spiega Luca Martinelli – è bianco o nero. Noi ce l’abbiamo nero, e lo cuciamo doppiato come ci hanno indicato i medici. Io mi sto occupando anche dei rifornimenti e della ricerca degli elastici da tagliare e attaccare alle mascherine. Lavoriamo a ciclo continuo, anche di notte: si è messa a cucire anche mia moglie Ines. Siamo diverse tappezzerie unite a fare questa cosa, anche a Carrara e Massarosa. Riusciamo a fare mille mascherine al giorno. Ma ripeto la raccomandazione a privati cittadini e aziende: non ci chiedete queste mascherine, sono per medici, infermieri e volontari delle ambulanze, le persone più esposte ai rischi".

Sul fronte delle mascherine che mancano, la Lega Versilia Medicea lancia l’appello a falegnami, marmisti, imprese edili e tutti gli artigiani che utilizzano mascherine professionali per il lavoro: "Chi ha sospeso l’attività dovrebbe donare le mascherine che ha a chi ne ha un effettivo e incombente bisogno". E’ bene ricordare che, secondo le indicazioni degli specialisti, la mascherina serve ai positivi di Coronavirus in modo che non diffondano aerosol infetto, e agli addetti della sanità. © RIPRODUZIONE RISERVATA