
Mario Stagi, titolare del salone HairStudio Mario se n’è andato a 83 anni
"Hai fatto felice ogni donna. Hai creato e insegnato bellezza". Tantissimi messaggi di affetto per Mario Stagi, il re indiscusso degli hair stylist, scomparso all’età di 83 anni. Un dolore che ha scosso l’intera Versilia perchè Mario era "il maestro" per antonomasia, modernissimo e rivoluzionario nel suo concetto di interpretare i capelli. I funerali sono fissati per domani alle 10 nella chiesa di Lido di Camaiore, a due passi da dove è cominciata la sua storia professionale. Lidese doc, era infatti cresciuto nella pensione Lilli gestita dal padre, mentre mamma faceva la parrucchiera sotto i portici di via Gigliotti. "Non ricordo perchè – raccontò Mario Stagi – consideravo il mestiere di mia madre da non prendere assolutamente in considerazione. Un giorno per caso mi misi ad acconciare la dipendente: mia madre rientrando si stupì di cosí tanta bellezza ed io di me stesso". Da lì, dopo un’esperienza da marittimo prima, da bagnino e calciatore poi, imboccò la strada della creatività frequentando la scuola di Beppino Nobile a Firenze, i saloni in San Babila a Milano e ancora il corso di taglio da Jacques Dessange a Parigi fino ad iscriversi all’accademia Vidal Sassoon di Milano. Mario ha portato le sue competenze e il suo estro innato a servizio di una Versilia che stava esplodendo in termini di mode e clientela. Ha rivoluzionato sostituendo alle cotonature tagli versatili e sfilati e ha lanciato il brand HairStudio Mario che è diventato sigillo di avanguardia e chiave per leggere dentro ad ogni donna. L’anno della svolta è stato il 1980, caratterizzato da quella foto in cui Stagi sale le scale di Vogue Italia a Milano: l’incontro con la direttrice Franca Sozzani gli aprì le porte nel mondo dell’alta moda. Ha acconciato le piú belle del mondo: Claudia Schiffer, Carla Bruni, Monica Bellucci, Tyra Banks, Cindy Crawford, Linda Evangelista, Naomi Campbell, Elle Macpherson e facendosi largo nelle riviste di settore. Ha arricchito Viareggio con bellissimi saloni in via Mazzini, poi in via San Martino, piazza Puccini per poi inaugurare in Passeggiata. Ma soprattutto ha lasciato un segno: l’immancabile sorriso sotto i baffoni, lo spirito vivace e mai domo, il contagioso entusiasmo fatto di Harley Davidson, corse in bici, maestosi pick up da guidare e la consapevolezza di aver davvero amato la vita.
Francesca Navari