Cartapesta e cinema, che passione E quell’amicizia fra Arnaldo e Fellini

Renato Santini fece da apripista nel 1948. Poi tante collaborazioni prima del digitale e degli effetti speciali

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Le voci sulle prossime, possibili riprese cinematografiche alla Cittadella del Carnevale, voci avvolte nella più grande segretezza, richiamano alla mente il contributo dei carristi viareggini al cinema. E’ una lunga storia, che vede il suo apice nel periodo in cui non si erano ancora affermati gli effetti digitali, e il cinema aveva bisogno di modellini o costruzioni su larga scala. Vediamo di ricordare alcuni contributi dei costruttori viareggini alla settima arte, senza la pretesa di esaurire l’argomento.

Comincia Renato Santini a Tirrenia alla fine degli anni Trenta (“Il pirata sono io!” di Mario Mattoli, e “La figlia del Corsaro Verde” di Enrico Guazzoni). C’è poi un passaggio importante nel 1948 quando un gruppo di carristi viareggini coordinato da Santini collabora alle scene di “Il principe delle volpi” (“Prince of Foxes”, Henry King). Nel dopoguerra Santini si accolla la direzione delle scenografie di “Le avventure di Pinocchio” di Gianni Guardone. Prestigiosa la collaborazione dei maghi della cartapesta con Federico Fellini, che conobbe e amò gli ambienti dei vecchi hangar. Arnaldo Galli, insieme ad alcuni colleghi, fornì al maestro riminese le maschere per la scena del veglione di “I vitelloni” del 1953. In quella occasione, fornirono ‘pezzi’ di cartapesta anche Ademaro Musetti, Beppe Domenici, Silvano Avanzini e Francesco Francesconi (questi ultimi due misero a disposizione parti del loro “Sbarco di Carnevale”). Questa collaborazione fu l’inizio di un’amicizia fra Galli e Fellini, che - con l’apporto di altri maghi - ha portato a risultati egregi. Per Fellini i carristi di Viareggio realizzarono l’Anita Ekberg gigante di “Boccaccio ‘70” (episodio “Le tentazioni del dottor Antonio”, 1961): Galli e Avanzini collaborano per realizzare il morbido seno dell’Anitona, con piena soddisfazione di Fellini. Che infatti richiamò i maestri viareggini, incaricandoli di costruire la polena di 8 metri che emerge dalla laguna di Venezia nel “Casanova” interpretato da Donald Sutherland (1976).

Un altro carrista che è stato spesso chiamato dal cinema è Sergio Baroni, che negli anni ’50 costruì otto velieri destinati a film di pirati, tra in quali spicca “Il corsaro dell’isola verde”, diretto da Robert Siodmak e prodotto nel 1951. Ma Baroni fornì i suoi galeoni cinematografici anche per film di produzione europea, come “Morgan il pirata” (1960), interpretato da Steve Reeves e Chelo Alonso, diretto da André De Toth e Primo Zeglio. Baroni utilizzò alcuni mercantili, che vennero trasformati in galeoni dei pirati: tra questi i velieri “Creusa” e “Azalea”. A Cinecittà Baroni collaborò, insieme a Carlo Vannucci, Ademaro Musetti e altri carristi, a un film del genere mitologico. Gli artigiani viareggini realizzarono l’idra a tre teste che viene uccisa dall’eroe greco Ercole. Il film si intitola “Gli amori di Ercole” (regia di Carlo Ludovico Bragaglia, 1960), interpretato da Mickey Hargitay e Jayne Mansfield.

In tempi relativamente più recenti si ricordano la collaborazione di Paolo Lazzeri e Raffaello Giunta alla realizzazione di materiali scenici per il film “Good morning Babilonia” (1987) dei fratelli Taviani. Nel 1996 Enrico Vannucci costruisce modellini in cartapesta per il film “Tre” diretto e interpretato da Christian De Sica. Infine, nel 1999 Fabrizio Galli collabora alla realizzazione del film “Sulla spiaggia e di là dal molo” di Giovanni Fago, ricreando la facciata dello storico caffè e cinema Eolo.

Umberto Guidi

Chiara Sacchetti