
Carri-bomba sui binari della città La Lega porta il caso in Parlamento
Il 29 giugno 2009 un carro cisterna pieno di Gpl che non avrebbe mai dovuto viaggiare in quelle condizioni ha provocato una strage. Pochi giorni fa, quasi che una strage non bastasse, un altro carro cisterna pieno di Gpl ha avuto un guasto ai freni sempre alla stazione di Viareggio, e sono dovuti intervenire i vigili del fuoco. Stavolta nessuno ci ha rimesso la pelle. Ma gli interrogativi sulla sicurezza dei trasporti di carichi pericolosi attraverso le città, e in particolare Viareggio che ha pagato l’incuria a caro prezzo, restano. Domande che in audizione delle Ferrovie a Firenze ha posto anche il consigliere regionale leghista Massimiliano Baldini. E, come in passato, anche stavolta le risposte di Fs non sono soddisfacenti.
"Ho finalmente ricevuto la risposta ai quesiti che avevo posto in sede di audizione di Rfi durante lo svolgimento della Quarta Commissione in Consiglio Regionale – scrive Baldini – I quesiti erano centrati sulla velocità di questi “vagoni-bomba” che attraversano le stazioni nei centri abitati. La risposta non mi soddisfa perché è interamente concentrata su aspetti giuridico formali di un approccio statistico che è contraddetto da quanto recentemente accaduto proprio nella nostra città’ dove si è rischiato un’altra strage ferroviaria. Rfi non risponde sul tema della limitazione della velocità: dichiara che “sulla rete gestita la sicurezza del trasporto ferroviario delle merci pericolose è attuata nell’ambito del sistema di gestione della sicurezza (Sgs) di Rfi, attraverso l’osservanza del quadro normativo e regolamentare vigente, nonché dall’applicazione di procedure di sicurezza e piani operativi, sia per la gestione delle situazioni di esercizio normale che per le eventuali emergenze. L’attuazione di tale quadro normativo-procedurale è parte integrante della valutazione di conformità con cui l’Ansfisa rilascia l’autorizzazione di sicurezza che attesta l’accettazione del sistema di gestione della sicurezza del gestore Infrastruttura, e contiene le procedure e le disposizioni per soddisfare i requisiti necessari per la progettazione, la manutenzione e il funzionamento, in condizioni di sicurezza, dell’infrastruttura ferroviaria, compresi la manutenzione e il funzionamento del sistema di controllo del traffico e di segnalamento”".
A Baldini è stato anche detto che Rfi applica "la Metodologia di calcolo dei livelli rischio dei tratti ferroviari interessati al trasporto di merci pericolose che costituisce l’aggiornamento del Piano Operativo Merci Pericolose del 2004, alla luce degli sviluppi scientifici, tecnici e normativi nel frattempo maturati. Ciò risulta pienamente conforme alla Linea Guida dell’Agenzia europea “Risk management framework for inland transport of dangerous goods” del 2018. La procedura suddetta introduce un’attività sistematica di monitoraggio, con cadenza mensile, che permette l’individuazione di eventuali criticità su specifiche tratte ferroviarie, da comunicare alle imprese ferroviarie interessate per una tempestiva valutazione di eventuali percorsi alternativi o di altre misure di mitigazione".
"Emerge – ribatte Baldini – più l’interesse verso la difesa preventiva e pregiudiziale dell’operato delle ferrovie che la volontà di dare risposte che tengano conto di quanto accade e che provino a rassicurare chi ha vissuto una strage di tale portata assistendo, 14 anni dopo, al rischio del ripetersi di incidenti similari. Speravo di ricevere elementi di novità per rassicurare la nostra città e tutti coloro che da anni si battono per la sicurezza nel trasporto ferroviario. Così non è stato e promuoverò atti conoscitivi in Consiglio regionale, e chiederò ai parlamentari della Lega a Roma ed a Bruxelles che incontrerò col gruppo regionale di proporre al Governo una ricognizione dell’operato delle Ferrovie e l’approvazione di normative piu’ severe e sicure per il trasporto ferroviario delle merci pericolose".