MARTINA DEL CHICCA
Cronaca

Carnevale di Viareggio, il corso è lento ma il botteghino corre

Ecco un primo bilancio dopo la seconda uscita dei carri

Miss Italia al Carnevale di Viareggio 2020

Viareggio, 11 febbraio 2020 - «Senza lilleri..." diceva la nonna. Senza soldi sarebbe impossibile mettere in piedi il Carnevale. E’ sicuramente il meno poetico dei temi, una riflessione materiale, "la cosa più volgare e odiosa" come ha scritto a proposito dei soldi Dostoevskij nell’Idiota. Ma è comunque una sfumatura (speriamo non di un rosso profondo) della manifestazione. Che vive e si costruisce in parte con i contributi pubblici e in parte con lo sbigliettamento. E proprio il botteghino, come un termometro, ci aiuta anche a misurare il polso dell’interesse generale, la vitalità della manifestazione. Che sul fronte presenze sta vivendo, evidentemente, un momento positivo. Anche se si registra con un leggero calo di pubblico rispetto ad un anno fa; forse giustificato dal meteo, fino a qui, capriccioso.

Il secondo corso ha comunque superato le aspettative della vigilia, se la Fondazione aveva infatti stimato un incasso prudenziale di 330mila euro si è ritrovata con un’entrata effettiva di 375mila euro, di cui 1.225 i biglietti acquistati dagli alberghi per i loro ospiti. Un dato incoraggiante, che resta comunque al di sotto del risultato straordinario del 2019, quando l’incasso – complice anche un sole cristallino – fu addirittura di 560mila euro.

Comunque i 375mila euro sommati al milione e 138.670 euro provenienti dai cumulativi (con 31.943 abbonamenti venduti la Fondazione ha battuto ogni record) e ai 98mila euro incassati con il corso bagnato dell’esordio (contro i 157mila euro dello scorso anno) porta a un milione e 611 mila euro le entrate complessive.

Manca quindi un milione, euro più euro meno, per raggiungere l’obiettivo prefissato dalla Fondazione sul bilancio preventivo. Nero su bianco: sono previsti 4,35 milioni di ricavi contro i 4,43 del consuntivo 2019. E nel dettaglio la biglietteria segna 2,4 milioni di previsione contro i 2,9 dell’anno scorso: lo sbigliettamento "puro" è 2,32 milioni più una presunzione d’incasso di 56 mila euro dal giovedì grasso.

Questi i freddi numeri. Archiviata dunque con discreta soddisfazione del cassiere la seconda sfilata è già tempo di pensare alla terza prova, la notturna di sabato, che catapulterà la città nel pieno del Carnevale. E chi si aspetta delle rivoluzioni in corso rimarrà deluso: l’impostazione della sfilata rimarrà esattamente quella già sperimentata in queste prime due uscite, nonostante molti ne abbiano sottolineato l’eccessiva lentezza e solennità.

Alla testa del corteo le mascherate isolate apriranno la strada ai carri di prima e seconda categoria, intervallati dalle mascherate di gruppo. Sempre meno testoni e sempre più opere “carrellate“: un’evoluzione dei complessi che ha ridotto al limite il gioco con il pubblico, un tempo fatto di finti sbandamenti, di abbracci, di incontri ravvicinati... Infine, in coda, a chiudere la sfilata, le pedane aggregative o carrette.

"Mescolare opere in concorso e opere fuori concorso – spiega Stefano Nari, che anche quest’anno cura la regia della manifestazione – rischia di creare un grande cacciucco. L’obiettivo della Fondazione è garantire un giro completo dei carri, ma soprattutto una festa capace di stupire con i suoi cambi di scena. Per velocizzare il corso l’unica soluzione sarebbe tagliare qualche elemento, e questo non è assolutamente tra le intenzioni della Fondazione. C’è grande passione tanto nelle carrette, quanto nei figuranti dei carri. Ogni elemento racconta un po’ del Carnevale, tradizione e innovazione. Il corso non è una gara, ma uno spettacolo da assaporare.

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