REDAZIONE VIAREGGIO

Bruno, il Cicerone riservato degli ospiti vip

Il suo primo pullman – siamo all’inizio degli anni ‘50, anche se l’azienda creata dal padre nasceva nel 1920 – era stato l’ingegnoso adattamento di una vecchia ambulanza militare, dove erano state montate panche in legno e arricchite, per garantire un minimo di comodità, da qualche cuscino. Un semplice ricordo per aprire il palcoscenico ad una storia: quella della famiglia Montaresi che ha scalato le vette della notorietà imprenditoriale in un settore – prima dell’autonoleggio e poi del gran turismo – che ha dato prestigio internazionale non solo all’azienda ma anche a Viareggio e alla Versilia. Se la scintilla creativa era nata subito la fine della Prima guerra mondiale grazie al bernoccolo per gli affari di papà Antonio, il periodo del boom economico italiano ha visto in copertina anche il figlio Bruno, un autentico personaggio, innamorato della città e del lavoro che aveva un culto: garantire la massima riservatezza alla clientela. Gente di censo, nomi importanti da titoloni per un giornale, che quando arrivavano in città per diletto o per affari, avevano il desiderio di passare inosservati. Anche se non sempre era possibile. Ma Bruno teneva la bocca chiusa. Nel suo ufficio nel centro città, a metà strada fra la Passeggiata e il Piazzone, la parola d’ordine era discrezione. Difficile che filtrasse qualcosa. Se qualche spiffero poi arrivava, ma solo giorni dopo quando i “nomi” erano già andati via. E di questa discrezione – molto apprezzata dai clienti – Bruno Montaresi andava fiero, di pari passo alla costante crescita dell’azienda, proprio nel periodo in cui Viareggio e la Versilia ruggivano, calamitando il bel mondo. Ma anche dopo, nel periodo di riflusso, il nome Montaresi è stato sempre sinonimo di qualità e professionalità del servizio. Bruno gongolava soddisfatto, pensando semmai a come migliorare l’azienda. Perché se fra i tuoi clienti hai la famiglia Agnelli, David Bowie, Elton John non è che puoi cullarti sugli allori. Proprio questa filosofia-strategia è andata avanti nel tempo fino a quando Bruno non ha lasciato la vita terrena (tredici anni fa), passando il testimone alla figlia Cristina e al genero Alberto Michetti (scomparso prematuramente due anni fa).

Ma prima di passare nel mondo dei più, Bruno Montaresi volle regalare – senza che nessuno lo sapesse, un tratto del suo stile inimitabile – un altro gesto di amore alla città, nel momento più drammatico ed emotivamente devastante del nuovo millennio: il disastro ferroviario alla stazione del 29 giugno 2009. Bene, Bruno Montaresi mise a disposizione delle famiglie colpite dal lutto tutti i mezzi necessari per prendere parte ai funerali solenni allo stadio dei Pini. Idem, un mese e mezzo dopo, a sostegno dell’organizzazione del “Concertone”, con artisti di mezzo mondo, ancora allo stadio, per la raccolta fondi in memoria delle vittime. Il tutto a costo zero. Gratuitamente. Voleva bene a Viareggio e ai viareggini, Bruno Montaresi? Voi che cosa ne pensate?