FRANCESCA NAVARI
Cronaca

La borsa falsa a 18 mila euro. Sequestrati 50 mila 'tarocchi'

Sgominata banda di falsificatori

La merce sequestrata (foto Umicini)

Viareggio, 8 giugno 2017 - Il modello top nel mondo della contraffazione? La Birkin di Hermès in pelle di coccodrillo del Nilo, valutata tra i 50 e i 120mila euro e in vendita sul mercato del ‘tarocco’ a 18mila. C’era anche questo pezzo raro tra i 50mila prodotti contraffatti sequestrati dalla Guardia di Finanza di Viareggio nell’ambito dell’operazione «Disco bag» (da un modello di tracolle Gucci) che ha portato alla denuncia di due uomini e una donna della provincia di Firenze e alla perquisizione di due abitazioni e di 4 laboratori tra Lucca, Firenze e Prato.

Il punto di collegamento tra la produzione degli accessori e la loro vendita agli extracomunitari (pronti poi a smerciare i pezzi sulle spiagge vip) era un container nascosto nella campagna di Piano di Mommio: qui, a cadenza settimanale, si concentravano gli stranieri avvertiti del riassortimento della merce delle più note griffe come Prada, Celine, Gucci, Hermès e Louis Vuitton «tutti prodotti di alta gamma – evidenzia il comandante della compagnia di Viareggio, Filippo Capineri – e con finiture di altissimo pregio, così come ci hanno confermato gli esperti delle case produttrici dei marchi originali, rimasti letteralmente esterrefatti sul livello di contraffazione realizzato in questi laboratori». In occasione del blitz le Fiamme Gialle hanno sequestrato anche i macchinari e i punzoni per marchiare ogni pezzo, proposto sul mercato ‘nero’ ad un prezzo oscillante tra gli 800 e i 1000 euro, a fronte di un costo di produzione di 250-400 euro. I finanzieri hanno perfino rinvenuto migliaia di certificati di originalità imballati. Unico elemento di distinzione dei prodotti (vista l’altissima qualità del pellame utilizzato) era il numero di serie, uguale per tutte le borse.

L’operazione è scaturita da lunghe indagini partite a febbraio e va così a stroncare una massiccia filiera di produzione e distribuzione proprio all’inizio della stagione estiva, è stata condotta attraverso una certosina attività di intelligence, con l’utilizzo del gps satellitare che ha permesso di individuare il container posizionato in una zona isolata della campagna di Massarosa. Da lì gli investigatori sono saliti a ritroso per individuare i laboratori artigianali che affiancavano alla ordinaria creazione di articoli made in Italy anche la realizzazione ‘in parallelo’ di accessori simil-extralusso. Per un business di centinaia di migliaia di euro «vista l’altissima domanda che in estate c’è da parte delle signore in vacanza».