Barista colpito da una bottigliata in testa. L’aggressore non voleva pagare

E' successo in passeggiata. L’aggressore non voleva pagare il servizio al tavolo. Rabbia e sgomento tra i negozianti

Ambulanza (Foto di archivio)

Ambulanza (Foto di archivio)

Viareggio, 6 giugno 2019 - «Per consumare al tavolo occorre pagare il servizio» gli ha detto il barista. «Io non pago proprio niente» ha risposto il cliente seduto in veranda con due amici. «No, mi dispiace ma deve pagare: c’è anche il cartello. Lo vede?» ha insistito il barista. «Te non lo sai chi sono io...» gli ha replicato l’altro alzandosi in piedi. Poi, secondo la ricostruzione dei testimoni e il racconto dello stesso barista, il cliente avrebbe preso dal collo la bottiglia di coca-cola che aveva appena acquistato al bancone e con un gesto repentino l’ha spaccata nella testa del dipendente del bar Italia, colpito ad una tempia. E’ finito in ospedale, portato via con l’ambulanza. L’episodio è rimbalzato di negozio in negozio, dal molo è arrivato fino alla Terrazza della Repubblica. Un’aggressione in pieno giorno, erano le 17, ai danni di un lavoratore. «Ma dove siamo arrivati?» sbotta una commessa.

Il bar Italia ha tutte le precauzioni possibili, per garantirsi la sicurezza. Quando i dipendenti hanno capito che quel cliente avrebbe piantato delle grane hanno avvisato la vigilanza privata: basta schiacciare un bottone per chiedere aiuto. Ma la situazione è precipitata in un minuto. Le telecamere dell’attività hanno ripreso tutto, e potranno aiutare i carabinieri a risalire ai tre. «Tutti e tre stranieri, magrebini» raccontano i testimoni. «Sono entrati nel bar, hanno preso ciò che volevano dal frigo. Hanno lanciato i soldi alla cassa e si sono seduti al tavolo esterno». Ed è allora che il barista è uscito chiedendo il supplemento per il servizio. Lo scambio di battute, le minacce, lo scontro fisico. Hanno visto il barista provare a parare la bottigliata con una sedia, ma non ci è riuscito. Nessuno ha avuto il tempo di intervenire. I tre sono fuggiti verso il molo, uno ha lasciato anche la felpa.

Un’ora dopo l’aggressione i cocci della bottiglia erano già spariti. Tutto, al bar Italia, era già tornato come prima. Ma non è altrettanto facile spazzare via la tristezza, la rabbia, l’angoscia che questo episodio si lascia dietro. «Siamo stremati – si sfoga una negozianti –: in questa città non si riesce più a lavorare e a vivere serenamente. Qualcuno ci aiuti...».

Martina Del Chicca