
Green pass
Viareggio, 5 gennaio 2021 - Gli hanno tirato contro una monetina al grido di "pezzente", soltanto perché ha deciso di sospendere - e solo in via temporanea - l’attività di somministrazione al bancone, in modo da evitare il sovraffollamento del locale. E’ accaduto domenica al bar Eden, in passeggiata, e a fare le spese della rabbia di alcuni avventori - non tutti, per fortuna - è stato il patron David Pozzi. Che però non torna indietro: "Io sono un commerciante, il mio lavoro è vendere – spiega – ma solo se ci sono le condizioni per farlo garantendo la sicurezza mia, dei clienti e del personale".
Pozzi, cosa è successo?
"E’ successo che con tutte le nuove regole e regolucce che ci sono, si perde un sacco di tempo a controllare la gente in coda, con il rischio che si creino affollamenti. Da parte nostra, cerchiamo di evitarli il più possibile, ma domenica sono stato costretto a bloccare il servizio perché non era più possibile gestire l’attesa. Tra chi che voleva entrare senza il super green pass, chi si è alterato per i controlli e chi arrivava con la mascherina abbassata, si è creato un caos biblico. E alla fine ho deciso che avremmo fatto solo il servizio al tavolo, per il bene di tutti".
Come ha reagito la folla?
"Alcune persone mi hanno buttato delle cose addosso. Uno mi ha addirittura lanciato una monetina chiamandomi ’pezzente’. Purtroppo noi, come i dottori, siamo in prima linea, e il fatto di dover controllare i clienti ci attira contro parecchie antipatie. Ho pure ricevuto una recensione negativa su google perché non ho fatto entrare uno che non aveva il green pass. Si è creata una condizione di lotta perpetua e senza senso. Io sono un commerciante, il mio lavoro è vendere e non mi diverto a chiedere i lasciapassare. Ma alla mal parata, ho dovuto bloccare tutto. Per questo mi sono arrivate minacce velate e mi hanno detto che avrei dovuto prendere dei buttafuori: ma è normale che un bar che vende caffè debba avere la sicurezza?".
Com’è il clima che si respira nel mondo del commercio?
"Siamo tutti molto stressati perché è una situazione difficile da gestire. Non è tutto rose e fiori, specie in questo momento, e non si può pretendere che assuma 50 persone a lavorare, ma cerchiamo comunque di fare il massimo perché è il nostro mestiere. Il problema è che siamo messi in condizioni tali per cui dovrei fare al tempo stesso il commerciante e il vigilante. Siamo presi tra due fuochi: nel giro di 12 ore ho avuto i controlli dei Nas e della Finanza. Si rischiano sanzioni, e al tempo stesso bisogna evitare di perdere il controllo della situazione perché se ci ammaliamo siamo costretti a chiudere. In Passeggiata è pieno di saracinesche abbassate. Pensavo che potessero essere un monito per le persone, ma in tanti sembrano vivere in una realtà diversa. Non voglio dire cosa sia giusto e cosa sia sbagliato, ma è ovvio che le scelte che prendo siano dettate dalla necessità di tutelare me, chi lavora con me e l’azienda".
Quindi rifarebbe tutto?
"C’è un numero massimo di persone che possono accedere nel locale. Ai tempi d’oro, se avessi potuto far entrare diecimila persone, lo avrei fatto. Adesso, con la situazione che c’è, non si può più fare, anche a costo di prendere strade che possano apparire poco simpatiche. Se a qualcuno non sta bene, andrà da un’altra parte. E’ come con i minorenni: qualche tempo fa, sono entrati dei ragazzi che avevano il green pass, ma non i documenti. A me non sembravano maggiorenni, e ho preferito perdere la vendita che rischiare".
Servirebbe più solidarietà con i commercianti?
"Il problema è che noi, e cioè bar e ristoranti, dobbiamo chiedere tutto, mentre in altri tipi di attività si entra anche senza misurarsi la febbre. Con questo non voglio fare la guerra a nessuno, ma non è giusto che passiamo come quelli ’cattivi’". Anche perché, poi, le conseguenze non sono simpatiche. E domenica al bar Eden si è visto.
Daniele Mannocchi