Torre del Lago, il bambino morto in piscina: donati gli organi, altri tre piccoli vivranno

La tragedia è accaduta nel giardino di casa

La piscina della tragedia (Foto Umicini)

La piscina della tragedia (Foto Umicini)

Torre del Lago, 5 agosto 2019 - Un gesto di straordinaria solidarietà e altruismo, nel momento più doloroso. Matteo e Lorena hanno autorizzato l’espianto degli organi del loro figlio; e Tommaso ha salvato la vita di tre bambini. Piccoli come lui. Tommaso ha restituito la speranza a tre coppie di genitori, come la sua mamma Lorena e il suo papà Matteo.

In questo difficile intreccio di sogni interrotti e da vivere, di addii e nuove speranze, la generosità della famiglia del piccolo Tommaso Biggio ha aperto il cuore di tutta la città. Sgomenta di fronte a quell’istante che ha stravolto un mondo meraviglioso. Erano le 19, del primo giorno d’agosto, quando Tommaso è sfuggito al controllo dei suoi genitori.

E’ sgattaiolato fuori di casa ed è caduto nella piscinetta dove per tutta l’estate hanno giocato i bambini di via Cavour, a Torre del Lago. Per due giorni, nel reparto di terapia intensiva dell’Opa di Massa, il bambino ha lottato. Più forte dei suoi due anni e mezzo. Ma non ce l’ha fatta, sabato se n’è andato.

Ieri gli stabilimenti balneari di Torre del Lago hanno ammainato le bandiere sul mare in segno di cordoglio. A mamma Lorena, insegnante di matematica e scienza e a Massa, e papà Matteo, sottufficiale della Capitaneria di Porto a Viareggio, originario di Pisa – dove è anche maestro di campo della parte di Tramontana nel Gioco del Ponte –, è arrivato anche il messaggio delle mamme e dei papà delle vittime del 29 giugno. «Sappiamo cosa stanno soffrendo – ha scritto il Mondo che vorrei –. Non c’è dolore più grande, è un dolore che strappa il cuore».

«Non ci sono eguali, non ci sono paragoni, solo un genitore che ha un figlio morto sa...». L’amore, come ancora di salvezza. Unica risposta alla domanda «come potrò passare tutto il resto della mia vita senza di lui?». Unica modo per colmare il vuoto di non avere più quella felicità seduta sulle ginocchia per leggergli una storia, non sentirgli più dire «Buonanotte».

«Solo l’amore – hanno scritto i familiari della strage di Viareggio – potrà minimamente aiutare questa famiglia. L’amore per l’altro figlio, l’amore tra i genitori, l’amore dei nonni... L’amore che ognuno di noi donerà loro in mille modi. Ma soprattutto l’amore per e di Tommaso potrà ancora farli sopravvivere...» E all’amore per la vita, e a chi lavora senza sconti e senza orari per tutelarla e proteggerla, papà Matteo e mamma Lorena hanno pensato.

Non vogliono fiori, ma nel ricordo del loro Tommaso chiedono una donazione alla ‘Fondazione toscana Gabriele Monasterio’, un centro di eccellenza per la cura delle patologie cardiache in ogni età; e all’associazione ‘Un cuore un mondo’, che aiuta e sostiene i bambini nati con un “cuore matto” e offre accoglienza e ospitalità alle famiglie dei piccoli pazienti. Così Tommaso continuerà a vivere, nell’amore.

mdc