
Bagarre in consiglio sui compensi: "Il sindaco non lavora più gratis"
"Il sindaco non lavora più gratuitamente per il Comune. Legittimo, ma perchè non l’ha mai detto?". Mentre le attese del consiglio comunale di ieri mattina erano concentrate sul "caso Seveso", a creare maggior frizione è stata l’interrogazione della consigliera Rachele Nardini sul dietrofront fatto dal primo cittadino e dalla giunta intera, in merito al taglio delle indennità. In sostanza quello che era stato il cavallo di battaglia sventolato anche nel programma elettorale del primo mandato – col sindaco impegnato gratuitamente e gli assessori con un taglio del 30% degli emolumenti – è stato azzerato nel Murzi bis. Con l’amministrazione comunale che, dalla rielezione del giugno 2022, percepisce pienamente quando spettante per legge. "Ma perchè non dirlo – ha chiesto Nardini – così come è stato rimarcato con enfasi invece la prima volta? Sarebbe importante comunicare ai cittadini, che sono indotti nell’errore di pensare che il sindaco continui a lavorare gratuitamente, anche le motivazioni di tale cambio di rotta. La decisione di allora fu esaltata in ogni illustrazione di bilancio, evidenziando come le somme a cui sindaco e assessori rinunciavano sarebbero finite in un fondo di solidarietà. Tra l’altro personalmente espressi perplessità per tale scelta visto che le indennità rendono l’attività politica accessibile a tutti".
Tagliente la risposta di Murzi che ha confermato la decisione di fare il secondo mandato con retribuzione. "Devo giustificare una normalità?" ha sbottato. "Per cinque anni – ha riassunto – ho rinunciato ai soldi che mi spettavano e parzialmente hanno fatto la stessa cosa i miei colleghi di giunta: quei 171mila euro risparmiati sono serviti per progetti sociali. Una cosa mai accaduta prima nella storia del nostro Comune e forse di altri in Italia. La normalità prevede che sindaco e assessori abbiano un indennizzo. Siamo liberi di fare la carità come vogliamo, sono faccende personali. Addirittura non ho richiesto l’aumento di 4mila euro che spetta ai sindaci dei comuni fino a 10mila abitanti, continuando a prendere circa 1000 euro al mese". Ad intervenire anche il consigliere Enrico Ghiselli, assessore nel primo mandato e che fu tra i primi, per sua fede ’grillina’, a optare per il taglio dei compensi. "La scelta del passato – ha spiegato – non fu per accaparrarsi voti. Fare l’amministratore pubblico è un onore e personalmente, pur non avendo redditi elevati e più deleghe di quando ero in giunta, lo faccio volentieri anche gratis".
Francesca Navari