Aste, i balneari tornano a sperare: "Concreta la proroga al 2024"

Sentenza del Tar Puglia rimanda la questione alla mappatura delle concessioni. "Noi fuori dalla Bolkestein"

Aste, i balneari tornano a sperare: "Concreta la proroga al 2024"

Aste, i balneari tornano a sperare: "Concreta la proroga al 2024"

La sentenza del giudice è di quelle che hanno ridato speranza alla categoria dei balneari, sempre più convinti che la proroga delle concessioni al 31 dicembre 2024, anziché 2023, sia una prospettiva concreta e non solo un sogno. Il Tar Puglia ha infatti respinto un ricorso con il quale era stato chiesto l’annullamento di una delibera della giunta di Castellaneta (Ta) incentrata appunto sulla proroga delle concessioni.

Il ricorso faceva leva sulle due sentenze con cui il Consiglio di Stato aveva stravolto il termine delle concessioni spostandolo indietro di dieci anni, ossia dal 31 dicembre 2033 – fissato dalla legge Centinaio – al 31 dicembre 2023. Ma il giudice ha ritenuto che dovrà essere il governo, con la prossima mappatura delle concessioni, a stabilire se queste possono essere soggette alla Bolkestein in base alla loro scarsità. "In pratica – spiega Francesco Verona, presidente del Consorzio mare Versilia – la sentenza del Tar si rifà alla legge n.118 2022 varata dal governo Draghi, secondo cui deve essere fatta la mappatura. Il giudice ha detto quindi che il Consiglio di Stato si deve occupare di far rispettare le leggi e non di farle o abrogarle, rimandando la questione al Parlamento affinché legiferi per l’applicazione o meno della Bolkestein". Veronaesorta il governo a procedere con la mappatura, con il sostegno di Fabrizio Licordari (Assobalneari) e Nicolò Maellaro (Base balneare). "Il Tar Puglia – dicono – ha ridimensionato le sentenze del Consiglio di Stato sostenendo che sono gli Stati ad avere il compito di accertare la scarsità o meno della risorsa per una corretta applicazione della direttiva. Il Tavolo tecnico, in proposito, ha certificato che la risorsa marittima è ancora disponibilissima per il 63%: significa che non può esserci nessuna evidenza pubblica".

Daniele Masseglia