Anna Vittoria Bertuccelli: "Una volta era difficile gestire la folla di persone che arrivava nei cinema"

L’ex assessore alla cultura possiede gli immobili di Eden, ex Eolo e Margherita "Le anteprime dei film si facevano qui: Viareggio era un test per le grandi città" .

Anna Vittoria Bertuccelli: "Una volta era difficile gestire la folla di persone che arrivava nei cinema"

Anna Vittoria Bertuccelli: "Una volta era difficile gestire la folla di persone che arrivava nei cinema"

di Gaia Parrini

VIAREGGIO

Sembra esserci inciso il suo nome, e quello della sua famiglia, tra le mura storiche degli edifici che tratteggiano il lungomare Come inciso è nella storia, in cui ha scoperto la propria passione, della città stessa. Perché Anna Vittoria Bertuccelli, ex docente all’università di Pisa ed ex assessore alla cultura, nonché proprietaria, insieme alla sorella, degli immobili del Teatro Eden, del Cinema Eolo e del Cafè Margherita, quella storia, oltre che studiarla ed insegnarla, ha contribuito a scriverla.

Anna Vittoria, se dovesse riguardare indietro, lungo questa Storia, qual è il ricordo legato alla città che le sta più a cuore?

"Il periodo in cui ero assessore alla cultura. Viareggio andava bene, anche economicamente. Una cosa adesso impensabile: c’era la stagione teatrale con 900 abbonati, realizzata insieme al Comune di Pietrasanta. Qui c’erano spettacoli più di massa, là più di nicchia. È stato un bel periodo per la città".

Ora, invece, di teatro ce n’è poco...

"Si spera nell’Eden. Il sindaco è ben intenzionato, ma come sempre la burocrazia rallenta tutto. Noi siamo ancora proprietarie della sala, mentre il Comune ha il palcoscenico e i 12 camerini. La ristrutturazione permetterebbe di fare molto, come ha dimostrato “La Milanesiana“. È stato un grande successo, e rivedere la sala piena è stato importante".

Di cinema, invece, adesso ce ne sono due. Ma com’erano, una volta?

"Andavano benissimo. Le persone uscivano di casa e venivano anche senza sapere che film sarebbe stato proiettato. Ricordo che nel periodo di Natale era difficile gestire le persone fuori dalla sala. Non le dico quanti cinema c’erano..."

Quanti?

"Oltre a Centrale, Goldoni, Eden, Eolo, Politeama e Odeon, ce n’era uno nel quartiere Migliarina, il Supercinema al Liberty, e all’aperto, il Kursal e il Puccini, che lavorava tutta l’estate. Le prime si facevano qui, dove venivano testati i film per le grandi città".

Poi c’è stato anche Europacinema...

"Quando c’era eravamo tutti contenti e cercavamo di aiutarlo e agevolarlo in tutti i modi. Apriva un importante vetrina sulle sale del territorio e ci faceva vedere cos’era il cinema dal punto di vista internazionale".

E com’è cambiato?

"Ora si regge tutto sui contributi dello Stato e tenere aperta una sala con tanti posti è quasi impossibile. C’è stato un default, non solo qua, che si è riversato sulle strutture, sia sportive che culturali. Un ruolo importante una volta era quello delle circoscrizioni, perché offrivano alle associazioni stanze e luoghi dove poter svolgere le diverse attività".

C’è, secondo lei, un modo per risollevare la situazione?

"Secondo me la gente ha voglia di tornare a teatro. Il cinema lo vedo più di nicchia, e per quello ci sarebbe bisogno di associazioni e cineforum".

Dei tempi in cui era assessore alla cultura, di cosa va più orgogliosa?

"Aver cominciato a ristrutturare la biblioteca. È stato importantissimo, in una città come la nostra, in cui le case sono piccole, avere degli spazi di studio e di letture. A questo scopo avevo aperto anche delle sale nelle circoscrizioni. Ricordo inoltre delle basi del progetto della Cittadella dell’architetto Tomassi, concluso poi nel primo mandato Marcucci. Importantissimo perché i vecchi hangar erano davvero pericolosi e bisognava creare una sede stabile e uno spazio intorno da sviluppare. Ora infatti c’è il museo e Marialina Marcucci è stata davvero brava, con le relazioni giuste e la capacità di andare d’accordo con i carristi, che sono una ricchezza per Viareggio e per i viareggini, che, nella città, se c’è una cosa a cui tengono, più di tutto, è il Carnevale".

Un progetto che invece avrebbe voluto ultimare?

"Un progetto stupendo con un architetto portoghese per Villa Caproni e il Parco della Musica. Quello che stanno facendo ora al Pucciniano è una bella cosa, con il grande ingresso dove faranno una mostra. Il progetto di ristrutturazione del Parco della Musica che hanno proposto è importante".

Se fosse assessore adesso, cosa farebbe?

"Non saprei...punterei sui bambini e i ragazzi. Vanno presi da piccoli, con una sorta di educazione alla cultura. Ad esempio, sarebbe importante invitare le scuole alle prove generale del Festival Pucciniano. Coinvolgere i piccoli e i ragazzi perché, se non si impara a quell’età, poi non ci si può improvvisare, ad esempio, musicologi".

Da storica, trova che ci sia un filo rosso che attraversa la storia di Viareggio?

"Il legame con il mare e la nautica da una parte e la Passeggiata dall’altra. Il turismo e le costruzioni, prima con i calafati e ora con la cantieristica. Una grande cosa che Viareggio ha mantenuto e, su quella, dovrebbe puntare".

Per la storia futura della città, invece, cosa spera?

"Di mantenere questo legame con il mare. E spero tanto nelle donne, che siano capaci di portare un soffio di novità, dato che sono molte, e molto impegnate politicamente".