
Alfredo Orlandi, 55enne torrelaghese doc, disegna le storie di “Martin Mystère”
Viareggio, 26 gennaio 2024 – Ha iniziato fin da giovanissimo, già in età prescolare, a manifestare una predisposizione per il disegno e al tempo stesso per il fumetto. Complice il fatto che la casa della nonna paterna fosse collegata con l’edicola gestita dallo zio Francesco in Piazza del Popolo (davanti alla chiesa di San Giuseppe) a Torre del Lago, che ahimè non c’è più. Aveva quindi libero accesso ad una grande quantità di albi. "Ricordo ancora la meraviglia di mio padre di fronte a una mia riproduzione di “Droopy” (un cagnolino presente in “Tom and Jerry”, ndr ) fatta ispirandomi al fumetto che avevo di fronte, più o meno all’età di cinque anni".
E così è nata la grande passione per l’illustrazione di Alfredo Orlandi, 55enne torrelaghese doc, che l’ha portato a diventare un disegnatore professionista che oggi disegna le storie del famoso “Martin Mystère”, il “Detective dell’impossibile” che indaga sui misteri del passato e del presente (Bonelli Editore).
"Anche in casa i fumetti non mancavano con mio padre lettore di “Tex” e mia madre di “Diabolik”: sono cresciuto in un ambiente che non ostacolava la lettura dei “giornaletti” e il mio amore per il disegno. È stato proprio copiando i protagonisti degli albi che ho imparato a disegnare: da “Braccio di Ferro” alla “Pantera Rosa”, dall’‘Uomo Ragno” a “Batman” tutti andavano bene, pur di disegnare e fantasticare".
Dove ti sei perfezionato?
"Al Liceo Artistico a Lucca, città nella quale imparai poi a conoscere anche le prime fumetterie e una manifestazione che in quegli anni si svolgeva all’interno del palazzetto dello sport e che era dedicata al genere e a tutto quello che ne gravitava intorno".
Cosa ti ha colpito del fumetto?
"Credo che il fascino che provavo fosse dato non solo dai personaggi in sé per sé, ma anche dallo stile dei vari professionisti che li illustravano. Così, pian piano, man mano che crescevo, ho imparato a riconoscere la mano di quelli che amavo di più: mentre i miei amici conoscevano i nomi dei calciatori, i miei eroi erano Frank Robbins, Sergio Zaniboni, Joe Kubert, Gil Kane, Segar, etc. Nomi sconosciuti ai più, ma che ai miei occhi erano i maestri dai quali rubare per migliorarmi".
E poi?
"Con il passare degli anni i fumetti continuavano ad appassionarmi e a differenza dei miei amici che li vedevano roba da bambini, io continuavo a leggerli e a studiarli. Negli anni ‘90, durante “Lucca Comics”, dopo vari tentativi andati male negli anni precedenti, feci vedere il mio portfolio ad Ade Capone, creatore e sceneggiatore di “Lazarus Ledd” (Star Comics editore, ndr ) e venni scelto per far parte dello staff ed iniziai la mia attività professionale".
Quali personaggi hai disegnato nella tua carriera?
"“Morgan” che era un personaggio di fantascienza, “Requiem” (Liberty editore, ndr ), cartonati per la Francia e “Mickey” in collaborazione con Roberto Cardinale e poi dal 2004 ho iniziato a lavorare per Martin Mystère".
L’ultima storia?
"“Martyn Mistère. L’enigma del satellite”, che ho disegnato io personalmente dove il detective dell’impossibile riceve una chiamata urgente dall’ASI (Agenzia Spaziale Italiana, ndr ) per una missione delicata ed affascinante".
E la prossima?
"Ci sto lavorando, sempre su Martin Mystère".
Il futuro e il tuo sogno?
"Riuscire a continuare a fare questo lavoro, che è la mia vita e mantenere il sogno del bambino per proseguire a fantasticare e vivere nuove avventure".