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Alain Delon e l’amico Salvatori. L’attore francese a La Parigina

L’artista era legatissimo a ’Renatino’ e venne con lui a Seravezza: gli aneddoti raccontati in paese

Alain Delon e Renato Salvatori un una scena del film ‘Rocco e i suoi fratelli’

Alain Delon e Renato Salvatori un una scena del film ‘Rocco e i suoi fratelli’

C’era anche un po’ di Seravezza nei nostalgici ricordi di Alain Delon. L’attore icona di bellezza recentemente scomparso era infatti legato da una profondissima amicizia con il collega seravezzino Renato Salvatori: assieme avevano recitato nella celeberrima pellicola "Rocco e i suoi fratelli" (1960) ma avevano condiviso anche serate e occasioni mondane a teatro assieme a Luchino Visconti. Proprio durante le riprese Salvatori conobbe sul set la futura moglie Annie Girardot e strinse quell’amicizia fraterna con Alain Delon. Quest’ultimo ha sempre ricordato anche in recenti interviste il legame forte con Salvatori, ex bagnino e talento del cinema prematuramente scomparso a 54 anni, tanto che i bene informati raccontano del forte sostegno che l’artista francese ha sempre garantito anche quando quel collega italiano sparì dall’attenzione dei riflettori. Alla trasmissione "Che tempo che fa" Delon raccontò a Fabio Fazio di quando gli fu regalata una spilla della Ferrari appuntata al bavero della giacca da 50 anni. "Uno dei ricordi più belli della mia vita, me lo ha dato Enzo Ferrari – disse Delon – eravamo io e Renato Salvatori a Milano e ce l’ha regalata: nessuno potrebbe mai farmela togliere". E il fascinoso Delon non ha mai negato di non voler più guardare i film girati "dove i miei affetti più cari sono ormai scomparsi".

Ma c’è di più: una mattina Alain Delon arrivò a Seravezza con l’amico Salvatori e quel ricordo è impresso nella memoria di Roberto Vitali, figlio di Giulio, indimenticato titolare della pasticceria La Parigina. "Era la metà degli anni Sessanta – racconta Roberto Vitali – io ero alle elementari e abitavo di fianco all’attività. Come ogni mattina andai in pasticceria a prendere la merenda prima di proseguire a piedi a scuola. Nel laboratorio trovai mio papà assieme all’amico Renato Salvatori che era passato a trovarlo. Con lui c’era Delon che mi fece teneramente un buffetto sul viso. E’ una cosa che non potrò dimenticare. Mi ricordo che negli anni Ottanta, quando lavoravo all’ingresso della Capannina, ricordai quell’episodio a Salvatori. Lui non rammentò precisamente la cosa ma parlò a lungo di mio padre col quale aveva avuto un legame ancor prima di diventare famoso, tanto che volle chiamare sua figlia Giulia".

Francesca Navari