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Aida annullata, contratto rescisso per inadempienza I giudici danno ragione al Festival Pucciniano

Respinto il ricorso contro l’ingiunzione a pagare 40 mila euro per i danni subiti e per il rimborso dei biglietti

L’Aida che doveva andare in scena nell’estate del 2019 al Gran Teatro Pucciniano non fu rappresentata, perché la Fondazione nei giorni immediatamente precedenti sciolse il contratto con l’associazione Asac (associazione Siclia arte e cultura). E tale scelta – che portò a dover rimborsare da parte della Fondazione gli spettatori che avevano già acquistato il biglietto per 31 mila euro – è stata giudicata corretta e legittima da parte dei giudici di Torino.

Alla causa civile si era arrivati perché all’epoca la Fondazione Puccini, difesa dall’avvocato Renzo Beccari, aveva attivato un decreto ingiuntivo per imporre all’assicurazione Reale Mutua il pagamento di poco meno di 40 mila euro per far fronte ai danni subiti e al rimborso dei biglietti. A questo decreto ingiuntivo si erano opposti sia la Reale Mutua che l’associazione Asac rivolgendosi al Tribunale competente territorialmente che era quello di Torino in quanto l’assicurazione ha sede nel capoluogo piemontese.

E i giudici di Torino, con una sentenza pubblicata pochi giorni fa, hanno respinto il ricorso costringendo l’assicurazione a risarcire la Fondazione Pucciniana di tutta la somma richiesta. "Siamo soddisfatti - ha detto l’avvocato Beccari – perché i giudici hanno riconosciuto la bontà e la correttezza del comportamento tenuto all’epoca dal Festival Puccini".

Ma che cosa accadde di preciso? Perché il contratto con l’associazione che doveva portare in scena l’Aida venne annullato? I giudici lo spiegano bene in sentenza sottolineando che l’associazione Sicilia, arte e cultura "ha compiuto inadempienze tali da legittimare il recesso della Fondazione".

Fra le inadempienze rimarcate dai giudici la mancata esibizione della polizza originale e la presentazione di documenti errati. Ma il problema maggiore era che il presidente dell’associazione siciliana, in quel periodo, era finito ai domiciliari per un’inchiesta della magistratura che nulla aveva a che fare né con il Pucciniano né con la musica lirica. Inchiesta dalla quale è poi uscito prosciolto. Fra l’altro la stessa associazione si era rivolta anche ai giudici del tribunale civile di Lucca che aveva dato ragione circa un anno fa al Festival Pucciniano con una sentenza già passata in giudicato. Ora arriva una seconda sentenza che potrebbe mettere fine a questa vicenda.

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