L’anno terribile del Perugia Alla società il voto più basso

Tanti errori: la gestione della panchina, il cambio Giannitti-Castagnini senza risultati, il mercato di riparazione

Quando una stagione finisce con una retrocessione la colpa principale non può che essere della società. Di chi comanda e decide.Al presidente Santopadre (voto 4,5) va, a prescindere dalle singole colpe, il voto più basso. Nel calcio si vince e si perde, in C sono retrocesse società potenti come quelle guidate da Tacopina e Vigorito, ma se l’ultima caduta è recente vuol dire che gli errori non sono serviti a nulla. Una volta preso coscienza della fuga di Alvini, il presidente si è affidato a Castori, sulla carta distante da chi lo ha preceduto in questi anni, ma sulla carta anche l’uomo giusto per una stagione in sicurezza. Ma la prima scelta di privarsi di Comotto non è apparsa sensata: l’ex calciatore non è un direttore generale come Matarazzo, ma è stato in due anni una figura importante. Il mercato estivo fatto da Marco Giannitti (stavolta voto 5+) è stato impostato confermando intanto la difesa, poi assecondando i voleri del tecnico, quindi impoverendo per scelta la squadra di quel po’ di qualità dell’anno precedente. L’esonero dopo 6i giornate ( imbarazzanti) è apparso frettoloso, la scelta di Baldini azzardata. Dal cambio Giannitti-Castagnini (5) non è arrivato giovamento e l’impoverimento di gennaio è una macchia della società che poi peserà sul finale.

Francesca Mencacci