"Va pulita l’aria di Perugia". Legambiente rilancia ’La sfida vera è cambiare’

L’associazione presenta i dati sulla mobilità urbana: "Qualche passo avanti ma servono più trasporto pubblico, piste ciclabili e spazi per i pedoni".

"Va pulita l’aria di Perugia". Legambiente rilancia ’La sfida vera è cambiare’

"Va pulita l’aria di Perugia". Legambiente rilancia ’La sfida vera è cambiare’

Troppe auto in circolazioni, scarso utilizzo dei mezzi pubblici, piste ciclabili insufficienti e spesso poco sicure. Non è una buona pagella quella che Legambiente consegna a Perugia, anche se "alcuni passi avanti sono stati fatti". Però, sostiene l’associazione, "è necessario realizzare zone 30, percorsi ciclopedonali e potenziare il trasporto non inquinante".

A Perugia è arrivata la campagna itinerante ’Città 2030: le sfide del cambiamento’, durante la quale sono stati presentati i dati sull’inquinamento atmosferico e le performance locali sui principali indicatori della mobilità urbana, accompagnando il tutto con proposte concrete per trasformare il capoluogo umbro in una vera ’clean city’ entro il 2030. "La situazione della città di Perugia – spiega Legambiente – va necessariamente considerata in ottica temporale. Infatti, nonostante i dati di rilevamento del 2023 non riportino particolari criticità rispetto agli attuali limiti di esposizione, Perugia ha soltanto 6 anni per farsi trovare pronta ai nuovi standard previsti dalla prossima Direttiva sulla Qualità dell’Aria". E ancora: "Ulteriore primato negativo per la nostra città è l’elevatissimo numero di auto circolanti, ben più della media nazionale che a sua volta è già ai vertici europei. Soprattutto in città, in Italia come in tutta Europa, il tasso di motorizzazione deve essere dimezzato entro il prossimo decennio. E rimane ancora troppo bassa la domanda di mobilità per il trasporto pubblico locale".

"Per avere una clean city - afferma Martina Palmisano, presidente di Legambiente Perugia -serve in primis un ripensamento degli spazi urbani, per favorire la mobilità attiva e la socialità. Occorre poi smettere di continuare a consumare suolo e a far proliferare spazi commerciali in aree periferiche ridando senso e vigore ai servizi di prossimità, per riavvicinare le persone e permettere loro di potersi muovere anche senza un’automobile. Si dovrebbe poi dare seguito a quanto stabilito dal PUMS - conclude Palmisano – realizzando le zone30 a traffico calmierato soprattutto nei pressi delle scuole che ogni mattino all’ingresso e all’uscita diventano luoghi insalubri e pericolosi e assai poco educativi. Considerando la conformazione della città, in particolare del centro storico, Perugia avrebbe una naturale vocazione all’adozione della formula Città30".