
PERUGIA - "Ogni suicidio rappresenta sempre una tragica sconfitta per la società, che non è riuscita a rispondere al profondo...
PERUGIA - "Ogni suicidio rappresenta sempre una tragica sconfitta per la società, che non è riuscita a rispondere al profondo grido di aiuto e di richiesta di senso della vita che si nasconde dietro l’insano desiderio di morire di chi soffre. La narrazione mediatica che in queste ore sta esaltando il suicidio assistito della giornalista Laura Santi come un gesto liberatorio e politico avrà un impatto micidiale su migliaia di persone psicologicamente fragili, soprattutto giovani, e sulle loro famiglie, che lottano per resistere alla tentazione di cedere al dolore e che la continua propaganda eutanasica rischia invece di spingere verso il più insano e irreversibile dei gesti. Ancora più grave è il ruolo dello Stato, che, attraverso la fornitura del farmaco letale e della strumentazione da parte dell’Asl, si è reso complice di questa tragedia". Questo il commento di Antonio Brandi, presidente di Pro Vita & Famiglia, sul suicidio assistito della giornalista perugina.
Alla voce di Brandi si aggiunge quello de Il Popolo della Famiglia (Umbria). "Non festeggiamo il suicidio di una donna disabile di cinquant’anni. Non lo consideriamo un atto di libertà, né un progresso civile. Ci interroghiamo, invece, sul perché lo Stato – scrive il movimento - non le abbia garantito una vera alternativa di sostegno e accompagnamento. In Italia esistono le cure palliative, le terapie domiciliari, il supporto psicologico, spirituale e relazionale. Strumenti che dovrebbero essere potenziati e resi realmente accessibili. È inaccettabile che, per una persona fragile, sia più semplice ottenere la morte che ottenere un aiuto concreto".