SILVIA ANGELICI
Cronaca

Laura Santi: la battaglia e l’addio. Lunedì il suicidio assistito in casa: "Era serena, oggi lo sono anch’io"

La giornalista 50enne era malata di sclerosi multipla: le sue condizioni sono peggiorate nell’ultimo anno. Il marito, Stefano Massoli: "Non ha voluto che assistessi alla somministrazione. La data era fissata da tempo" .

La giornalista 50enne era malata di sclerosi multipla: le sue condizioni sono peggiorate nell’ultimo anno. Il marito, Stefano Massoli: "Non ha voluto che assistessi alla somministrazione. La data era fissata da tempo" .

La giornalista 50enne era malata di sclerosi multipla: le sue condizioni sono peggiorate nell’ultimo anno. Il marito, Stefano Massoli: "Non ha voluto che assistessi alla somministrazione. La data era fissata da tempo" .

"La vita è degna di essere vissuta, se uno lo vuole, anche fino a 100 anni e nelle condizioni più feroci, ma dobbiamo essere noi che viviamo questa sofferenza estrema a decidere e nessun altro". Laura Santi, 50enne perugina, è morta lunedì a casa sua, a Montebello, dopo essersi auto-somministrata un farmaco letale: è il primo caso in Umbria e il nono in Italia. La storia di Laura è legata a filo doppio con quella di suo marito Stefano Massoli, caregiver amorevole e a tempo pieno, che le è stato vicino anche per la battaglia sul fine vita. Dopo anni di progressione di malattia, la sclerosi multipla, e dopo il peggioramento feroce delle sue condizioni, le sofferenze erano diventate intollerabili. Così la giornalista ha deciso di dire basta a quella che era diventata una "gabbia", più che una vita.

Laura infatti era affetta da una forma avanzata di sclerosi multipla che non le dava più tregua. La giornalista aveva avuto il via libera dalla Asl di riferimento il mese scorso, dopo due anni e mezzo dalla sua richiesta per l’accesso al suicidio assistito e un lungo percorso giudiziario. Il farmaco e la strumentazione necessaria sono stati forniti dall’azienda sanitaria, mentre il personale medico e infermieristico che l’ha assistita nella procedura è stato attivato su base volontaria.

"Io sto per morire. Non potete capire che senso di libertà dalle sofferenze, dall’inferno quotidiano che ormai sto vivendo. O forse lo potete capire. State tranquilli per me. Io mi porto di là sorrisi, credo che sia così. Mi porto di là un sacco di bellezza che mi avete regalato. E vi prego: ricordatemi. Sì, questo ve lo chiedo, ricordatemi. E nel ricordarmi non vi stancate mai di combattere. Vi prego, non vi rassegnate mai. Lo so, lo so che lo fate già, però non vi rassegnate mai. Non vi stancate mai, anche quando le battaglie sembrano veramente invincibili", ha scritto in una lettera affidata all’associazione Luca Coscioni di cui era consigliera e attivista.

A giungo la sindaca di Perugia Vittoria Ferdinandi le ha consegnato il Baiocco d’oro, il massimo riconoscimento cittadino. Dentro quel blasone c’è impegno civile, altruismo e coraggio, osservò la prima cittadina. "E’ un Baiocco collettivo – rispose Laura con la sua lucida ironia – Un pezzo di questo riconoscimento va sicuramente a mio marito Stefano Massoli, per come mi assiste giorno e notte e per quanto mi appoggia nella mia lotta per la libertà di scelta".

Già, Stefano. Compagno di vita e di battaglia, rispettoso di una scelta tanto dolorosa, quanto dignitosamente coerente. "Mia moglie - racconta Massoli – se n’è andata serena. E oggi sono sereno anche io. Quando si è somministrata il farmaco letale non ha voluto che assistessi. La data era stata fissata da tempo con il massimo riserbo per evitare ingerenze e clamori".

Il dolore di Stefano è composto e dignitoso. Che non sa di sconfitta, ma di conquista. "Il percorso, come sapete, è stato lungo. Laura aveva avuto l’ok dalla Asl di riferimento il mese scorso dopo due anni e mezzo dalla sua richiesta per l’accesso al suicidio assistito e un iter giudiziario complesso. Per ben tre volte aveva rinviato la decisione di andare in Svizzera; nel frattempo anche qui in Umbria è partita la raccolta delle firme per la legge regionale sul fine vita, promossa dall’associazione Luca Coscioni. Abbiamo raggiunto il quorum, ora proseguirò in sua memoria anche la battaglia per arrivare alla legge nazionale. Ma adesso voglio lanciare un messaggio alla politica: sia a destra che a sinistra siate più vicini alla voce delle persone e non alle direttive di partito. E’ criminale negare la libertà di decidere a chi è con le spalle al muro. Farò di tutto per affermare questo diritto". Oggi alle 17.30 alla Casa funeraria Ifa Passeri di San Sisto, il commiato civile.