SILVIA ANGELICI
Cronaca

Un tetto per tutti qui in città . Ristoro Notturno: porte aperte

Storie di persone in difficoltà alla ricerca di un futuro migliore. Sogni e aspettative. CLASSE II A DELL’ISTITUTO COMPRENSIVO PERUGIA 5 .

“Diamo un riparo a chi è in difficoltà” di Anhelina Moisiuk

“Diamo un riparo a chi è in difficoltà” di Anhelina Moisiuk

Provate a immaginare di non avere una casa, un tetto sopra la testa: dove cerchereste riparo? Cosa fareste tutto il giorno? Abbiamo portato avanti un’inchiesta sul tema della povertà e, in particolare, sulla condizione dei senza fissa dimora a Perugia, grazie a M.N., un operatore della cooperativa Borgorete, che lavora nella nostra scuola e in un Ristoro Notturno per senzatetto, uomini e donne che non riescono a trovare casa per i prezzi eccessivi degli affitti oppure perché i proprietari di appartamenti pensano che non siano in grado di sostenere una tale spesa. Queste persone, proprio qui a Perugia, hanno un posto dove dormire: il Ristoro Notturno. Nel 2022 il rifugio ha ospitato in totale 53 persone, per la maggior parte uomini, tutti sopra i 35 anni, che venivano da 19 paesi diversi, 9 erano italiani. Nel 2023 le persone ospitate sono salite a 71, provenienti da 21 paesi, 17 erano italiani; i dati forniti dalla cooperativa ci dicono che sono aumentati gli over 55 e sono comparsi gli under 25.

Per comprendere meglio cosa vuol dire essere un senza tetto, abbiamo intervistato due ospiti di questo rifugio: A.T. e J.W. Il primo è un signore di 72 anni, viene da Napoli e si era trasferito a Perugia per lavoro. A.T. vive con una pensione minima di circa 400 euro mensili e si trova al Ristoro Notturno da un anno, da quando ha perso il lavoro, poco prima di andare in pensione. Si trova molto bene nel Ristoro, ce lo ripete più volte, perché gli operatori cercano di soddisfare tutte le sue necessità. Anche se la notte dorme in un posto riparato, le giornate sono molto lunghe per lui: non avendo una casa, trascorre la mattina incontrando gli amici al bar, pranza alla mensa della Caritas, infine rientra al Ristoro. Il suo sogno è di trovare una casa popolare in cui vivere stabilmente. Il secondo ospite, J.W., è un ragazzo di 29 anni, arrivato in Italia con una borsa di studio; viene dal Gabon, dove vive la sua famiglia.

Ha perso la borsa di studio perché non riesce a rinnovare il passaporto e quindi il permesso di soggiorno: il padre è in carcere dopo il colpo di stato del 2023 e a lui, per rinnovare il passaporto, le autorità chiedono di tornare in Africa per le pratiche burocratiche. J.W sa che questo sarebbe molto pericoloso; l’unica possibilità che gli rimane ora è quella di chiedere asilo politico, pratica che richiede però molto tempo. Ora sogna di laurearsi e trovare un lavoro; se la situazione politica nel suo paese migliorerà, forse un giorno rientrerà in Gabon.