REDAZIONE UMBRIA

Umbria, "on line" solo un referto su dieci

Non decolla il Fascicolo elettronico. La nostra regione tra le peggiori in Italia: consultabile solo il 12 per cento degli esami sanitari

E’ passato quasi un anno e mezzo da quando l’Umbria, insieme ad altre dieci regioni, apriva il Fascicolo sanitario elettronico, documento informatico grazie al quale una persona o una struttra sanitaria può ricostruire la propria storia sanitaria di esami e malattie. L’Umbria però, secondo quanto emerge dai Dati rielaborati dal Dataroom del Corriere della Sera e raccolti dalle Linee guida del Dipartimento per la trasformazione e Ministero della Salute, è tra le regioni peggiori in Italia. Almeno negli ultimi due anni.

Da quanto emerge infatti su 100 prestazioni sanitarie erogate nei confronti di un soggetto, solo dodici se ne possono consultare dal computer di casa, dal telefonino o dal pc dell’ufficio. Eppure sarebbe fondamentale averle a disposizione quando si va a fare una visita specialistica, senza portarsi dietro il solito chilo e mezzo di carta, oppure quando si arriva in ospedale per un’urgenza senza dover ricostruire ogni volta la propria storia medica, oppure potrebbe averlo a disposizione il nostro medico di famiglia, senza ogni volta star lì a ricordargli le malattie croniche di cui soffriamo. Purtroppo però solo una piccola fetta di tutto questo si trova nel fascicolo: l’Umbria è ses’ultima in questa classifica con l’11,9% dei documenti consultabili, l’Emilia Romagna prima con il 91,6% e la Toscana seconda con il 59,7%.

Così in Umbria mancano del tutto gli esiti degli esami istologici, così come non c’è traccia dei referti delle visite specialistiche. Presenti invece gli esami radiologici, i verbali di pronto soccorso e le lettere di dimissione ospedaliera, anche se in percentuali ancora molto basse. Per verificare poi se nel proprio fascicolo ci sia il libretto vaccinale, la possibilità di effettuare esenzioni in base al reddito, basta fare una verifica... sempre che si possieda la Spid.

Ma quanto è importante davvero il Fascicolo elettronico? Secondo alcune stime il semplice tele-monitoraggio a casa dei malati cardiologici ridurrebbe il numero di giorni di degenza del 26% e consentirebbe un risparmio del 10% dei costi sanitari, con un aumento dei tassi di sopravvivenza del 15%. La tecnologia in questo campo insomma, costituisce il mezzo fondamentale per fronteggiare le esigenze di un servizio continuo di assistenza da remoto, da costruire intorno al paziente, sulla base della patologia esistente. Il monitoraggio continuo consentirà l’individuazione tempestiva di criticità, permettendo l’adozione di interventi e misure correttive prima che appaiano complicazioni più gravi, con ricadute positive sia per il paziente, sia per il sistema sanitario in termini di riduzione di costi.