REDAZIONE UMBRIA

Addio a Umberto Raponi. Con lui l’arte sorrideva

Si è spento al Trasimeno un inventore di immagini, un vero intellettuale Dotato di humour profondo, beffardo, sapeva parlare ai sensie e all’intelligenza

Umberto Raponi

Magione, 20 settembre 2021 - Ci ha lasciato Umberto Raponi e il vuoto improvviso si unisce alle lacrime. Perché mettere un bavaglio ai sentimenti? L’emozione e il dolore sono un tutt’uno per la scomparsa di un artista grande, amico sincero, intellettuale di vasto respiro e inventore di immagini capace di attraversare le tensioni estetiche del Novecento e di farle proprie.

Se n’è andato in punta di piedi dopo che, nell’ultimo periodo, s’era ritirato nella sua casa che si specchiava sul Trasimeno, sempre inseguendo la sua Musa solitaria, gli arcobaleni tumultuosi, la genialità delle composizioni. Ricco di una bellezza introspettiva senza pari è stato uno sperimentatore così assiduo che racchiudere la splendida e ininterrotta attività in una formula unica risulta impossibile. Realista e insieme informale, concettuale e non figurativo, esponente della mail art, estroso dadaista e formidabile inventore di idee riversate sul foglio e sulla tela, colloquiava con il segno e il colore, con l’oggetto inventato o ricreato, l’immagine sulfurea, il sorriso stemperato e anche amaro, la memoria divenuta battito del cuore.

Aveva la capacità, enorme a ben vedere, di un humour profondo, beffardo, personalissimo che trasformava spesso l’opera in una rievocazione di un teatro dell’assurdo, tra critica e benevolenza, sempre con levità estrema. Anche Perugia era nel suo mirino, trasformata, idealizzata, proposta nelle tecniche più varie, compresa la ceramica con i suoi piatti sulfurei, documenti ispiratissimi.

E qui si rammenta il docente di Arti Grafiche, seguito da presso dai suoi ragazzi cui riversava a piene mani il talento estroso, distaccato ed elegante in un aplomb di sapore britannico. Momenti d’oro per la scuola d’arte, e Umberto era davvero l’Immaginifico. Di recente, lui folignate di nascita, era stato nominato cittadino onorario di Magione. Il sindaco Giacomo Chiodini lo ricorda sottolineando che “in sodalizio con la moglie Luciana Bartella ha segnato gran parte del panorama artistico con lo stupore creativo e l’ironia ingegnosa e colta”.

Un carnet fittissimo, dalla Biennale di Venezia alla Quadriennale romana, dall’Italia all’Europa, agli Usa. Tra le molte cose era pure pregevole autore di libri aurei. Il più recente un diario per immagini dei suoi, degli affetti gelosi. Sintesi di un’esistenza dorata. Solo cosi lo rammenta chi gli è stato vicino. Alla consorte Luciana, ai figli, l’abbraccio di tutti noi.

M.C.