
L’ipotesi più plausibile per la scomparsa del 13enne sarebbe confermata dall’esame medico. Proseguono le indagini per chiarire quanto accaduto a Pieve Caina di Marsciano.
Riccardo è annegato. L’autopsia sul corpo del 13enne di Perugia, trovato senza vita a quattro metri di profondità nel bacino artificiale di un’azienda agricola, a Pieve Caina di Marsciano, sembrerebbe confermare l’ipotesi che da subito è risultata essere più plausibile. Riccardo Tascini, studente della scuola media “Pascoli“, aveva partecipato a una festa per la fine della scuola, organizzata nella proprietà dell’azienda agricola dove è presente anche un bacino artificiale. Non balneabile secondo gli inquirenti, un bacino destinato all’irrigazione dei campi.
Riccardo Tascini è stato trovato morto lì dentro. Forse è entrato per fare un bagno nel caldo pomeriggio di domenica scorsa. Forse voleva solo rinfrescarsi e, inavvertitamente è caduto dentro, senza riuscire a tornare a riva. Anche perché non sapeva nuotare e l’acqua del laghetto diventano rapidamente molto profonde. Era evidentemente da solo quando il tutto è successo. L’allarme è scattato quando, dopo aver pranzato e aver ripreso giochi e scherzi, gli amici di classe si sono accorti che da un po’ di tempo non vedevano più Riccardo. Lo hanno cercato lì intorno, pensando che potesse essere andato a fare una passeggiata, magari addentrandosi nel vicino boschetto. Ma niente. Del 13enne, appassionato di arti marziali e giovanissima cintura nera di karate, nessuna traccia. Finché, allertati anche carabinieri e vigili del fuoco, sulla riva del laghetto non sono stati trovati vestiti e cellulare. Il corpo dell’adolescente è stato ritrovato dai sommozzatori dei vigili del fuoco, arrivati da Ancona.
E, come detto, quella che era stata individuata come la più possibile delle ipotesi per la sua morte, sarebbe stata confermata dall’esame medico legale che la Procura della Repubblica di Spoleto, che coordina le indagini dei carabinieri, ha disposto, affidando l’incarico al medico legale Massimo Lancia (la famiglia ha nominato il dottor Sergio Scalise come perito di parte). Nel fascicolo d’indagine, aperto dall’ufficio diretto dal procuratore Claudio Cicchella con l’ipotesi di omicidio colposo, sono stati iscritti, come atto dovuto, i nomi della titolare della proprietà, del figlio che è gestore dell’azienda agricola in cui si trova il bacino, e la mamma di un compagno di classe di Riccardo, a cui i genitori, che alla festa non erano presenti, avevano affidato il figlio.
L’autopsia, eseguita ieri al Santa Maria della Misericordia, a quanto si apprende, non avrebbe evidenziato elementi che possano portare a pensare a ricostruzioni diverse sulla morte di Riccardo, piuttosto avrebbe evidenziato chiaramente i segni distintivi di una morte per annegamento, tragico epilogo di una giornata che doveva essere di festa. Proseguono, intanto, le indagini tradizionali per accertare in modo chiaro cosa sia avvenuto e le eventuali responsabilità.