
Il Centro esperienziale delle Tavole Eugubine sorgerà nei locali dell’ex archivio di Palazzo Pretorio, con accesso da via Baldassini
Custodire e valorizzare la propria cultura e le proprie tradizioni è uno dei capisaldi che una città come Gubbio deve tramandare nel proprio tessuto sociale, per mantenere quell’identità e quell’appartenenza che contraddistingue la comunità eugubina. Hanno questo obiettivo i lavori, partiti ufficialmente pochi giorni fa, per la realizzazione del Centro esperienziale delle Tavole Eugubine, un innovativo percorso espositivo che sorgerà nei locali dell’ex archivio di Palazzo Pretorio, con accesso da via Baldassini.
L’intervento ha un valore complessivo di 1 milione e 400mila euro: i fondi sono suddivisi a metà come sancito dal bando Por Fesr della Regione Umbria: 700mila euro dall’ente regionale e altri 700mila euro dai fondi comunali. I lavori sono stati affidati all’impresa Giacometti Costruzioni, risultata aggiudicataria della gara con un ribasso del 12%, mentre il responsabile unico del procedimento è l’ingegnere Jonas Orlandi.
"Gli interventi - sottolinea l’assessore ai lavori pubblici Spartaco Capannelli - avranno una durata prevista di un anno e porteranno alla nascita di uno spazio culturale moderno e accessibile, capace di restituire valore e narrazione a uno dei più importanti reperti della civiltà umbra".
Il percorso all’interno del Centro sarà articolato in quattro sale principali e nei tre locali voltati di via Baldassini, raggiungibili anche tramite ascensore interno. L’allestimento seguirà una logica cronologico-tematico e sarà suddiviso in otto sezioni che accompagneranno il visitatore alla scoperta del contesto, della nascita e del significato delle tavole, fino a culminare in uno spettacolo evocativo conclusivo. L’obiettivo è quello di rendere il Centro esperienziale delle Tavole Eugubine un punto di riferimento culturale e turistico per la città, come le sette tavole lo sono per la conoscenza dell’antica civiltà umbra.
Le sette tavole bronzee (III-II sec. a.C.) sono scritte quattro in alfabeto umbro, tre in alfabeto latino, e rappresentano il più lungo e importante testo rituale dell’Italia antica. Rinvenute intorno alla metà del Quattrocento, furono acquistate dal Comune di Gubbio il 25 agosto 1546 per il diritto al godimento di pascolo per due anni, pari a circa 20 fiorini.
Federico Minelli