"Todi Off e la resilienza Teatro e danza si rivelano"

Roberto Biselli racconta tutte le novità della rassegna di ricerca del Festival

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Nell’arco di sei edizioni è diventata uno dei cuori pulsanti del Todi Festival ed è pronta a ripartire all’insegna dell’entusiasmo e della sperimentazione. E’ “Todi Off“, seguitissima rassegna di teatro e danza contemporanei orientata alla formazione di pubblico e artisti. Gli spettacoli saranno da domenica 28 a martedì 30 agosto e da giovedì primo a sabato 3 settembre, sempre alle 18 al Nido dell’Aquila. A raccontare punti di forza e novità del cartellone è Roberto Biselli, direttore del Teatro di Sacco che cura la rassegna in collaborazione con Teatro e Critica.

Qual è la grande novità?

"Partirei dal sottotitolo di Todi Off, “Fortezza Bastiani“, citazione del romanzo di Buzzati, perché simbolicamente dedichiamo questa edizione a tutti coloro che, come Fortezze in mezzo al deserto, hanno resistito in questo periodo così difficile costruendo un progetto culturale legato allo spettacolo dal vivo".

Come nasce il cartellone?

"Partendo da qui abbiamo contattato una sessantina di realtà non finanziate dal Ministero o dalle residenze invitandole a presentarci uno spettacolo ma con una formula innovativa".

Di cosa si tratta?

"Lo spettacolo non consiste solo nella fruizione dell’evento ma anche nella presentazione della resilienza. Prima si va in scena, poi le compagnie raccontano al pubblico le loro storie, complesse e complicate. Un modo originale per capire il dietro le quinte e la resistenza d’arte".

I protagonisti di Todi Off?

"La commissione ha selezionato sei spettacoli, con due debutti assoluti. Per l’Umbria c’è “Pulcinella all’antica“ di e con Valerio Apice di Teatro Isola di Confine, poi tre realtà metropolitane; da Roma i Tre Barba, con Lorenzo De Liberato, Alessio Esposito e Lorenzo Garufo in “Don Giovanni“, contaminazione tra teatro autoriale e opera lirica, da Milano “Lei Lear“ di e con Chiara Fenizi e Julieta Marocco e da Napoli “A Merica“ di Ramona Tripodi, che rilegge la storia di Sacco e Vanzetti. Infine due realtà che hanno un forte rapporto con i lori territori: il teatro sociale di “Stabat Pater“ di Elena Lolli e Manuel Ferreira e “Let me be“ di e con Giuseppe Comuniello e Camilla Guarino, tra danza e disabilità. Ricordo anche due masterclass con Davide Iodice e Serena Sinigaglia e l’incontro su spettatori, territori e teatri".

Sofia Coletti