REDAZIONE UMBRIA

Tilda Swinton a spasso nell’arte

A teatro a Solomeo, la celebre attrice ha visitato musei e chiese di Perugia. Anteprima alla Galleria Nazionale

Non solo (grande, grandissimo) teatro: la presenza di Tilda Swinton in Umbria per l’evento “Embodying Pasolini“, andato in scena al Teatro Cucinelli di Solomeo, è diventata anche una festosa immersione nell’arte e nella bellezza. La celebre attrice, già Premio Oscar e Leone d’oro alla carriera, ha “approfittato“ delle recite per indossare con disinvoltura i panni della turista e lanciarsi alla scoperta dei tesori culturali perugini. Guidata dal direttore del Teatro Stabile dell’Umbria Nino Marino, venerdì mattina ha visitato la Galleria Nazionale dell’Umbria, da tempo chiusa per ristrutturazione. Il direttore Marco Pierini le ha spalancato le porte in anteprima.

"Un dono inaspettato, quindi doppiamente prezioso!" è il commento sui canali social della Galleria con la cronaca della visita nelle foto di Marco Giugliarelli: Tilda è immortalata mentre ammira le opere e gli allestimenti o si scatta una foto in Sala Podiani. Il gruppo (c’era anche Marie Collin, programmatrice del Festival d’Automne di Parigi) ha fatto poi tappa al Morlacchi e alla Basilica di San Pietro. E ieri mattina al Museo Archeologico Nazionale dell’Umbria, accolto dalla direttrice Maria Angela Turchetti: l’attrice sfoggiava una t-shirt del PostModernissimo (ricordo dell’incontro di martedì), ha osservato con cura i reperti e lasciato una dedica ricca di affetto e ammirazione. Il tour è stato scandito da foto, selfie e autografi per tantissimi fan che hanno invaso i social. "Se non incontri Tilda Swinton, a Perugia non sei nessuno", scrive con ironia una pagina Facebook.

E poi ci sono le meraviglie di “Embodying Pasolini“ con le quattro straordinarie recite del riallestimento pensato proprio per Solomeo. Una performance raffinata e rarefatta, dai tempi dilatati e ipnotici, immaginata come una mostra in divenire: Tilda Swinton, insieme allo storico della moda Olivier Saillard, svela al pubblico, indossa e “reinterpreta“ trenta splendidi costumi creati per i film di Pasolini. E con un gesto o uno sguardo evoca presenze misteriose, memorie e momenti che sono tutt’uno con la storia del cinema.

Sofia Coletti