
I lavori al complesso San Lucio, nel quartiere San Valentino
Terni, 3 aprile 2015 - Le impalcature che rivestono di ferro e di teli arancioni le cosiddette "case minime" di San Lucio sono oggi il simbolo di un quartiere, quello di San Valentino a Terni, che prova a rinascere e non ci riesce. O quantomeno ritarda. Per carità, l'assessore ai lavori pubblici Stefano Bucari ha più volte dichiarato che i lavori termineranno anche prima della scadenza contrattuale e che gli appartamenti minimi saranno prontamente riassegnati, ma a farsi un giro in quest'area popolare di Terni, zona storica, blasonata e dalla ternanità verace non sempra proprio - purtroppo - che la ripresa possa avvenire nei tempi previsti. E anche se fosse, ci vorrà del tempo perchè il quartiere di San Valentino possa tornare vivo come un tempo. L'integrazione delle nuove future famiglie richiederà qualche sforzo, ma anche attenzione. Soprattutto da parte dell'amministrazione comunale che sembrerebbe voler concentrare proprio a San Lucio due centri disabili e un centro anziani. Il rischio che il quartiere possa trasformarsi in una zona di compensazione sociale anziché in una parte viva e attiva della città esiste. Ma se nonostante tutto, nonostante le difficoltà, nonostante da queste parti i riflettori mediatici locali si accendano soltanto il 14 febbraio quando in Basilica c'è la grande festa di San Valentino, se nonostante tutto ciò il quartiere ancora qualcosa fa, qualcosa di culturale ancora produce, lo si deve principalmente all'associazione San Valentino Borgo Garibaldi che con la sua sede a pochi passi proprio dalla Basilica del patrono rappresenta un vero e proprio punto di riferimento. Lo è stata nel recente passato quando persino il centro giovanile di Sant'Efebo era stato chiuso, lo è tuttora che il Sant'Efebo è stato riaperto. "Da quando hanno dovuto mandare via le circa 70 famiglie che abitavano nelle case minime e nelle case popolari per poter dare inizio ai lavori di ristrutturazione - dicono dall'associazione - il quartiere si è lentamente spento. Solo di ricente ha aperto qualche esercizio commerciale, ma è poca cosa... Di movimento non ce n'è. La popolazione residente si invecchia e anche la possibilità di una vita di quartiere si fa limitata. Prima, quando c'erano i negozi, bene o male ci si vedeva, si parlava, nascevano idee, si facevano iniziative". E adesso? "Adesso - proseguono dall'associazione - continuiamo a proporre idee, ma non sempre veniamo messi nelle migliori condizioni per operare e così, ogni tanto, siamo costretti a sospendere i progetti". Ma siccome l'associazione San Valentino Borgo Garibaldi è fatta da ternani "doc", di quelli che hanno salutato le truppe alleate nei giorni della liberazione dal nazi-fascismo, per i suoi membri la rassegnazione è una parola che non esiste. E allora continuano a proporre cose serie, come, ad esempio, cosa l'amministrazione comunale dovrebbe realmente fare per rivatilizzare il quartiere. "E' fondamentale dotarlo di strutture che lo valorizzino - concludono dalla San Valentino Borgo Garibaldi - come ad esempio una bottega di formazione liutai, in considerazione del fatto che a Terni ci sono mastri liutai e potrebbe essere utile avvicinare a questo mestiere le giovani generazioni. Si potrebbe aprire una bottega per la formazione e il confezionamento e il restauro di produzioni di chachemere, o una bottega di ceramica. Sarebbe opportuna la presenza di un negozio di souvenir, e ancora più opportuno è il ripristino delle aree verdi con un arredo urbano di pregio". Insomma, l'associazione San Valentino Borgo Garibaldi vorrebbe rendere il quartiere in luogo in cui sia bello vivere.