
L’udienza si terrà al tribunale di Perugia
Aveva tentato di investire un ragazzo di appena 17 anni proprio di fronte al Commissariato di polizia ferendolo gravemente: ora chiede di patteggiare la propria condanna. La prossima udienza è fissata per il 20 di novembre e servirà per scrivere la parola fine a questa brutta vicenda. Nel corso dell’udienza preliminare davanti al giudice del tribunale di Perugia il ragazzo di 24 anni di origine albanese - accusato di aver tentato di uccidere il minorenne per vendetta – ha chiesto di patteggiare la condanna. Dietro il gesto ci sarebbe stato un regolamento di conti: solo poche ore prima del fatto – è poi emerso – l’imputato era stato massacrato di botte dal fratello del minorenne. I fatti risalgono al 24 maggio del 2024 quando l’albanese, al volante di una Volvo C30 lungo via Morandi ha compiuto "atti idonei e diretti in modo non equivoco a procurare la morte" del diciassettenne (di origine egiziana) che in quel momento stava camminando di fronte alla sede della polizia. Secondo quanto ricostruito dalla Procura nel corso delle indagini l’albanese ha fatto un’"intenzionale retromarcia" con la Volvo per "guadagnare maggiore forza cinetica", ha innescato la prima e ha puntato il minore a forte velocità. Un gesto terribile e intenzionale: anche perché dopo averlo urtato avrebbe ingranato la retromarcia e lo avrebbe investito "in modo che rimanesse incastrato" tra la Volvo e una Bmw parcheggiata. I poliziotti da dentro gli uffici sentirono le grida del ragazzo che finì in ospedale in gravi condizioni. Il minorenne, assistito dall’avvocato Eugenio Zaganelli, aveva riportato la frattura di una gamba e fu sottoposto a un lungo intervento chirurgico e a una degenza di oltre 40 giorni. L’albanese che nell’immediatezza era scappato, fu rintracciato a Umbertide, tramite il sistema di rilevamento Gps del telefono e arrestato per tentato omicidio.
Agli investigatori aveva spiegato che il giorno prima era stato aggredito e picchiato dal fratello maggiore della vittima. La Procura di Perugia contesta all’imputato anche le aggravanti di aver commesso il fatto nei confronti di un minorenne. La difesa dell’uomo (che si trova ancora in carcere) ha avanzato una richiesta di patteggiamento a 3 anni e 6 mesi, con richiesta di scarcerazione e concessione degli arresti domiciliari lontano da Città di Castello.