SOFIA COLETTI
Cronaca

Teatro "Clitennestra, la mia eroina tragica"

Il regista Roberto Andò racconta l’atteso spettacolo con protagonista Isabella Ragonese, da domani a domenica al Morlacchi

Teatro "Clitennestra, la mia eroina tragica"

Il mito classico riletto come dramma di passioni e debolezze umane. E’ una chiave di lettura emozionante e attualissima quella che Roberto Andò (foto sotto), regista raffinato, sensibile e apprezzato al cinema come in teatro, presenta al Morlacchi con “Clitennestra“: lo spettacolo è tratto dal romanzo “La casa dei nomi” di Colm Tóibín e sarà in scena da domani a domenica con un’intensa Isabella Ragonese (foto sopra) nel ruolo della tragica regina di Micene che uccide il marito Agamennone per aver sacrificato in nome della guerra la figlia Ifigenia e che sarà uccisa dal figlio Oreste. Sul palco, tra gli altri, anche Ivan Alovisio, Arianna Becheroni, Denis Fasolo, Katia Gargano, Federico Lima Roque.

Andò, perché ha scelto il romanzo di Tóibín?

"Perché ne “La casa dei nomi“ riscrive l’Orestea con uno spostamento fondamentale: la prospettiva di Clitennestra, il personaggio che io metto a fuoco, è quella di una donna che rievoca terribili vicende familiari senza accettare che siano legittimate dagli Dei. E questo cambia tutto, perché la tragedia diventa un delitto. Ed è inaccettabile".

E si apre all’attualità..

"Il gesto del sacrificio può raccontare molti fatti diversi, vicini alla sensibilità contemporanea: il femminicidio, i drammi delle guerre, gli stupri, i recenti casi di cronaca. E’ questo che mi ha convinto, oltre all’affinità con la lingua di Tóibín che non è certo un’attualizzazione sciatta".

Clitennestra è stata tramandata come prototipo negativo...

"E invece, quando capiamo le sue motivazioni e condividiamo la sua disperazione, ci sentiamo partecipi e tutto è molto più evidente: ci sono ragioni umane che non sono quelle della donna spietata descritta dal mondo antico".

Come protagonista ha voluto Isabella Ragonese..

"Ho lavorato con lei nel film “Solo per passione“ su Letizia Battaglia, la conosco bene, è arrivata a un punto di grande maturità artistica. E mi piaceva l’idea di una Clitennestra più giovane del solito. Isabella sa far rivivere il carattere, la ribellione, la potenza del personaggio, dando sempre sfumature dove non c’è bianco o nero".

E l’allestimento come sarà?

"Il testo racconta un non luogo, tutto è già successo in questa tragedia e Clitennestra incontra i morti che hanno costellato la sua vita. Lo spettacolo è come una ricostruzione di quello che è accaduto, lo spettatore si troverà complice di una solitudine affollata di ombre, voci, fantasmi".

Il legame con il Morlacchi?

"E molto forte, è uno dei posti dove si sperimenta sempre un teatro vivo, di grande libertà. Sento congenialità con chi guida il teatro e con la direzione che gli sta dando. Per me è un ritorno sempre molto gradito".