
Di Erika Pontini
Il plenipotenziario di Sviluppumbria Mauro Agostini se ne va sbattendo la porta principale in faccia alla neoamministratrice unica - Michela Sciurpa di Fratelli d’Italia - e creando non pochi grattacapi alla Regione a trazione leghista. Lui, ex deputato - prima Pci, Ds-Ulivo e Pd - e poi tornato numero uno della Finanziaria regionale nel 2013 dopo una lunga esperienza parlamentare ha presentato ieri le dimissioni al neo amministratore unico. Dimissioni immediate sembra e, soprattutto per “giusta causa” che significa che si andrà anche per strade legali. Le motivazioni le spiega lo stesso Agostini in due lunghe lettere: una indirizzata alla Sciurpa accusata, tra l’altro, di indebite ingerenze e di un mancato rispetto della separazione tra il potere di indirizzo, in capo al cda e quindi politico, e quello gestionale che spetta alla macchina amministrativa dell’Agenzia. L’altra alla presidente della Regione, Donatella Tesei che proprio ieri pomeriggio ha incontrato la Sciurpa con la quale avrebbe analizzato alcuni punti delle lettere di Agostini.
Che i rapporti tra l’imprenditrice di Fratelli d’Italia - prima dei non-eletti a Palazzo dei Cesaroni alle passate elezioni - e lo scaltro politico, fossero difficili è una realtà. Negli ultimi giorni nei corridoi dell’Agenzia regionale dirigenti e dipendenti avevano assistito ad accesi litigi tra il manager e l’imprenditrice sulla governance dell’Agenzia.
A fine giugno poi, per citare altri motivi di attrito, in occasione dell’approvazione del bilancio di Sviluppumbria su diversi punti c’era stato un duro botta e risposta tra Agostini e l’assessore allo Sviluppo economico Michele Fioroni, ma la vera ‘causa’ sarebbero i rapporti tesissimi con la Sciurpa che ora potrebbero rimettere in ballo gli equilibri, già complessi, nella maggioranza Lega-Fi e FdI.
Dopo le lettere di dimissioni Agostini avrebbe deciso di non rispondere (il telefono squilla a vuoto, ndr) e di raggiungere la sua casa al mare per riposarsi dopo giorni infuocati. E pensare che, proprio recentemente, con la Tesei sembrava aver raggiunto un accordo per restare in sella fino a fine 2021 con il pensionamento e traghettare Sviluppumbria nel futuro con nuovi manager.
Per Palazzo Donini si tratta di dimissioni “inattese” perché tra il manager di sinistra e la presidente di centrodestra era stato raggiunto un solido accordo.
Ma qualcosa si è rotto negli ultimi giorni. I malpensanti hanno immaginato anche un colpo di teatro dell’ex sottosegretario magari per rimettere in ballo la guida dell’Agenzia.
Agostini, 68 anni, narnese di origini, è alla guida di Sviluppumbria dagli anni ’80. L’Agenzia è da sempre importante snodo per il mondo politico-economico umbro supporta le imprese e "sostiene la competitività e la crescita economica dell’Umbria seguendo gli indirizzi di programmazione regionale" (la società è a capitale interamente pubblico e la Regione detiene il 92%). Poi, fino al 2013 siede in Parlamento: prima deputato, poi sottosegretario al commercio estero con Emma Bonino e infine senatore. Ma tra gli incarichi ricoperti c’è anche quello di tesoriere del Pd durante la segreteria di Walter Veltroni.
Nel 2013 torna alla guida dell’Agenzia e il suo posto viene “blindato”, come pure il lauto stipendio.