Una "tenuta complessiva" degli investimenti, pur in un contesto macroeconomico e geopolitico "estremamente complicato", che puntano ad "un consolidamento dell’area a caldo e un ampliamento dei prodotti a freddo, per creare il giusto bilanciamento", nonostante "la messa in stand-by del magnetico e di due linee del freddo". Lo registrano le segreterie territoriali di Fim, Fiom, Uilm, Fismic e Ugl al termine dell’incontro in azienda con il management di Arvedi Ast, richiesto dagli stessi sindacati per iniziare l’illustrazionedel piano industriale. All’incontro erano presenti, tra gli altri, gli ad di Ast e Tubificio, Dimitri Menecali e Alessia Balloriani, il direttore risorse umane Giovanni Scordo. Le organizzazioni sindacali hanno chiesto "dettagli in merito agli elementi che compongono il piano industriale, il piano ambientale e il piano sociale" e l’azienda "si è resa disponibile ad affrontare questi tre temi insieme alle delegazioni sindacali e a tutta la rsu del gruppo prevedendo ulteriori step". "Abbiamo appreso tra l’altro - continuano i sindacati - che il nodo delle infrastrutture che insieme all’energia era essenziale per chiudere l’accordo di programma è diventato un capitolo indipendente fatto da interlocuzioni tra Anas e Ast che sono in via di definizione". Per i sindacati la data del 30 maggio - indicata oper la firma dell’accordo nel corso dell’ultimo tavolo al Mimit del 2 maggio - "sarà l’ennesimo orizzonte temporale disatteso dalla politica, con l’auspicio che l’accordo di programma - concludono Fim, Fiom, Uilm, Fismic e Ugl - arrivi al più presto possibile con il testo che possa risolvere le questioni che oggi impediscono uno sviluppo duraturo dell’azienda e del territorio".
CronacaInvestimenti confermati. Arvedi Ast si “sgancia“ dall’accordo di programma