L’incontro del 30 ottobre tra i vertici di Arvedi Ast e le segreterie territoriali dei sindacati dei metalmeccanici per ora è confermato e si annuncia come un crocevia della “vertenza“ energia che affligge lo stabilimento di viale Brin e le sue prospettive. E’ sarà un faccia a faccia nel contesto dell’ennesimo fermo produttivo, quello di una linea del’area a caldo, che scatta oggi per concludersi a fine mese. Per i lavoratori, decine quelli interessati dal momentaneo stop, non c’è cassa integrazione ma l’utilizzo di permessi e ferie, o comunque altre mansioni. Il motivo è sempre quello della “scarico“ di produzione, peraltro limitato in generale dalle bramme in arrivo dall’Indonesia. Nel clima di campagna elettorale “globale“ in vista delle sempre più imminenti regionali, in cui i decisori politici sono inesorabilmente piombati, il summit del 30, se resterà confermato, riveste diversi significati. Intanto è il primo dopo il “flop“ dell’incontro romano del 9 scorso che in sede ministeriale avrebbe dovuto chiudere la partita dell’agognato accordo di programma, poi è l’ultimo prima delle elezioni regionali di metà novembre. Una sorta di spartiacque per diversi motivi, a cui peraltro seguiranno le assemblee dei lavoratori. L’azienda sarà chiamata a chiarire dal fronte sindacale un punto preliminare, ossia se sia intenzionata a procedere con il piano industriale annunciato ormai due anni fa, a prescindere dall’eventuale accordo di programnma. Una richiesta di chiarimento, questa, che la Fiom intende mettere sul piatto, probabilmente con l’assenso di altre rappresentanze sindacali, e che può rappresentare una svolta, in un senso o nell’altro. Non ci saranno altri incontri ministeriali prima del voto delle regionali, come specificò il ministro Adolfo Urso quel 9 ottobre alla domanda della Fismic. Il resposabile del dicastero delle Imprese e del Made in Italy oggi peraltro è a Foligno in un’iniziativa di partito. Ma con la politica nostrana impegnata su più fronti nella campagna elettorale, il confronto diretto tra azienda e sindacati assume una rilevanza particolare. Ad Ast sarà chiesto anche del magnetico, la cui ripresa produttiva è prevista dal piano industriale ma che anche i funzionari del ministero, sempre nel fatidico incontro del 9 scorso, hanno messo in dubbio proprio per le mutate condizioni dei mercati. E sulle risposte dell’azienda saranno chiamati a esprimersi i lavoratori nelle assemblee previste a ridosso del voto regionale.
Ste.Cin.