SILVIA ANGELICI
Cronaca

"Start-up, politiche attive del lavoro e Pnrr"

PERUGIA - Se confrontiamo Perugia e Terni con il resto del Centro Italia (Toscana, Marche e Lazio), emerge un quadro...

Incentivare le start-up

Incentivare le start-up

PERUGIA - Se confrontiamo Perugia e Terni con il resto del Centro Italia (Toscana, Marche e Lazio), emerge un quadro sfaccettato. L’Umbria complessivamente si difende sull’occupazione, ma perde terreno sull’innovazione e sui finanziamenti alle imprese. Firenze e Ancona, per esempio, pur con una dinamica più lenta sull’export, mostrano indicatori migliori in termini di start-up e accesso al credito. Un confronto ancor più impietoso arriva con l’Emilia-Romagna, dove territori come Reggio Emilia e Modena non solo attraggono start-up, ma aumentano gli investimenti in ricerca e sviluppo. In quel modello, le Camere di commercio svolgono un ruolo più aggressivo nell’incubazione di impresa e nel sostegno all’internazionalizzazione.

"L’Umbria - dice Mencaroni - sembra al contrario ancora legata a modelli tradizionali di sviluppo, meno orientati al rischio e più legati alla rendita. Dai dati Tagliacarne emerge con chiarezza che l’Umbria ha bisogno di ribilanciare le sue traiettorie di sviluppo. Terni mostra una dinamicità che dovrebbe essere analizzata e forse replicata, mentre Perugia ha il capitale umano e l’università per tornare a guidare l’innovazione regionale, a patto di poter contare su finanziamenti e agevolazioni. La chiave è il rafforzamento delle politiche per le start-up, una nuova stagione di credito intelligente e un rilancio delle politiche attive del lavoro".

"Fondamentale - conclude la Camera di Commercio – sarà il ruolo del PNRR: ci sono progetti ancora bloccati o rallentati. Un nuovo patto territoriale, che coinvolga istituzioni, camere di commercio, università e mondo delle imprese può essere la leva per superare la frattura fra Perugia e Terni e costruire un futuro regionale più armonico".