Spezzato il ’giro’: manette al pusher

Un business da 10mila euro al mese. La “mente“ del traffico teneva i contatti coi clienti umbri dall’Albania

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La mente in Albania, le braccia a Perugia ad occuparsi delle piazze di spaccio, a preparare dosi e rispondere agli ordini che arrivavano da oltre confine.

Centinaia di dosi di cocaina piazzate a Perugia e nella sua periferia, con gli scambi soldi-droga concordati via telefono con la a mente, appunto, referente che viveva in Albania, e poi perfezionati da connazionali, addetti alla vendita al dettaglio che si alternavano con grande frequenza, dopo essere arrivati in Italia con l’intento di spacciare per il periodo limitato del permesso di soggiorno per turismo prima di ripartire.

È quanto emergerebbe dall’indagine della Dda della Procura di Perugia che ha portato a individuare una presunta associazione criminale dedita allo spaccio di stupefacenti , con un “fatturato“ mensile di circa 10mila euro. L’indagine della Procura di Perugia ha portato a richiedere e ottenere dal gip del capoluogo regionale un fermo di indiziato di delitto a carico di un cittadino albanese che, secondo gli inquirenti, avrebbe potuto fare perdere rapidamente le sue tracce prima della chiusura dell’attività investigativa, avviata nel gennaio 2022.

Il provvedimento, eseguito da polizia penitenziaria e Goa della Guardia di finanza, è stato convalidato dal giudice. Il destinatario del provvedimento si trova ora in carcere. Durante la perquisizione sequestrati dosi di cocaina, un bilancino, e 6mila euro in contanti, nascosti in vari punti della casa.

L’uomo è risultato anche più volte espulso dall’Italia, avrebbe ricoperto, a quanto sembra, di anello di congiunzione nella catena dello spaccio su Perugia. Un affare ancora molto redditizio, a guardare quanto emerge dall’inchiesta in corso e guardando le importanti indagini che hanno portato a sequestri e arresti. Eroina in quest’ultimo caso.

A conferma di come la spartizione su base etnica, nigeriani in quel caso, albanesi per la cocaina, sarebbe netta, ma anche parallela. Forse, gli affari buoni sono per tutti, meglio, quindi, la convivenza che la guerra.