"Avete reso il mondo un posto migliore". È stata un’ondata di amore e solidarietà quella che è arrivata a Nicole Lazzaro e alla piccola Irilù, la moglie e la figlia di Jonathan Spaziani, il quarantenne enne morto un paio di settimane fa a causa di un malore improvviso, lasciando la città nel dolore. La reazione di Foligno alla scomparsa di Jonathan, perona stimata, conosciutissima e molto attiva nella comunità, è stata incredibile, con una raccolta fondi per Nicole e Irilù che ha sfondato quota 60mila euro in poche ore ed è stata sospesa. Sono state migliaia, inoltre, le persone che si sono riversate nell’area degli impianti sportivi di Campo di Marte per l’ultimo saluto a Jonathan, nonostante un temporale proibitivo. E ancora il lutto e il velo di tristezza che hanno attraversato tutta la Quintana, fino agli striscioni al Campo de li giochi. E così ieri Nicole Lazzaro, dopo il ringraziamento a Campo di Marte, ha voluto far sentire pubblicamente la propria voce ed esternare sentimenti e sensazioni. "A nome mio e della mia bambina – scrive - vorrei esprimere la più sincera gratitudine nei confronti di chi, come singolo o come associato, ha voluto dare un contributo alla donazione in nostro favore nei giorni scorsi. L’aiuto è sempre prezioso, ma in un momento come questo è stato fondamentale per sollevare la mente da una delle tante preoccupazioni e potermi concentrare meglio sul benessere della piccola Irilù. Mi rendo conto – prosegue Nicole - che le parole o le azioni di ringraziamento che ho cercato di attuare non saranno mai sufficienti, ma con questa mia intendo arrivare a quante più persone possibile con un virtuale abbraccio pieno di gratitudine. Avete reso il mondo un posto migliore. Il valore di questa generosità sarà fondante nell’educazione di mia figlia che ha già imparato a dire, e vi dice: ’Grazie a tutti dell’aiuto’". Un sentito ringraziamento dunque da parte di Nicole nei confronti delle centinaia di persone che, in questi giorni, le hanno fatto arrivare il proprio affetto e la propria vicinanza nel ricordo di Jonathan.
Alessandro Orfei