Solenne ordinazione per l’arcivescovo Maffeis

La chiesa locale ha accolto in cattedrale la sua nuova guida. "Siamo chiamati a coltivare l’ascolto. Aiutatemi a conoscervi, avrò cura di voi"

L'arcivescovo della diocesi di Perugia-Città della Pieve, monsignor Ivan Maffeis

L'arcivescovo della diocesi di Perugia-Città della Pieve, monsignor Ivan Maffeis

di Patrizia Peppoloni

Una piccola folla colorata, nella quale spiccavano i costumi delle valli trentine, ha accolto ieri, intorno alle 15, al fianco delle istituzioni, l’arrivo di monsignor Ivan Maffeis, consacrato aricivescovo di Perugia-Città della Pieve appena un’ora dopo, nella cattedrale di San Lorenzo, nel corso di una solenne concelerazine religiosa presieduta dal cardinale Gualtiero Bassetti, che a monsignor Maffeis ha passato il testimone. Sceso dall’auto con il suo seguito- e l’immancabile sorriso - in via Baglioni, tra i baci e gli abbracci dei compaesani trentini (fino all’incarico di Papa Francesco era il parroco di Rovereto) che lo hanno accompagnato con grande affetto alla sua nuova destinazione, monsignor Maffeis, 59 anni, nato a Pinzolo, in provincia di Trento, ha capeggiato un piccolo corteo che, a piedi ha raggiunto la gradinata dal Palazzo dei Priori, dopo una prima stretta di mano con la presidente della Regione, Donatella Tesei ed il sindaco Andrea Romizi. E nel salire la scalinata della cattedrale dalla rappresentanza trentina che si apprestava ad accomodarsi in chiesa è arrivata anche, con tono discreto e garbato, la più schietta voce dell’affetto: ’Tenetecelo bene altrimento ce lo riprendiamo’. Il segno più spontaneo del legame che ’don Ivan’ ha saputo creare con la sua gente e che ora si impegna a creare anche a Perugia, nel segno dell’amicizia. "Aiutatemi a conoscervi di persona sapendo che è la condizione per un’autentica fraternità e per la condivisione di un cammino ecclesiale" ha detto monsignor Maffeis nel corso della celebrazione rivolgendosi alla Chiesa locale. Un forte applauso dei fedeli e delle istituzioni umbre e trentine, ha scandito poi, in cattedrale, l’ordinazione di Maffeis, con il solenne cerimioniale che l’ha accompagnata, segnato dalla consegna della Mitra e dell’anello. In prima fila, in chiesa, i familiari del nuovo arcivescovo, emozionati e commossi. "Sono cresciuto all’interno di una famiglia numerosa: non smetterò mai di ringraziare il Signore per il dono dei miei fratelli Sergio e Cristian e delle mie sorelle Nadia, Lara ed Elena, dei loro coniugi, dei nipoti, dei parenti. Papà Santo e mamma Licia ci hanno trasmesso la fiducia nella Provvidenza e in quell’esperienza ecclesiale che ha preso corpo in parrocchia. Con pazienza e fedeltà ci hanno insegnato l’attesa e lo stupore, la speranza nelle difficoltà, il valore di uno zaino leggero e della responsabilità nei confronti delle persone che la vita lega alla tua corda. I nostri genitori ci hanno voluto bene. Oggi li sentiamo vicini e partecipi, insieme a nostro fratello Marco (morto in un infortunio sul lavoro ndr), nella comunione dei santi". Nel suo primo messaggio alla comunità, l’arcivescovo Maffei ha ribadito di volersi proporre come "voce di una Chiesa esperta in umanità e con qusto spirito continueremo a offrire - pur con i nostri limiti - quanto abbiamo di più caro: la Parola del Vangelo e la vita buona che nasce dall’incontro con il Signore Gesù. In questa luce, vi assicuro la disponibilità della Chiesa perugino-pievese a collaborare nel prenderci a cuore le attese e i problemi della gente, perché la nostra rimanga e sia sempre più una terra a misura della persona umana, dei suoi beni e dei suoi fini.Con il desiderio di incontrarvi e conoscervi personalmente, vi ringrazio ancora per la cordialità della vostra presenza.